Giovanni Boccaccio
Decameron
Settima Giornata
Novella nona
Lidia moglie di Nicostrato ama Pirro, il quale, acciò che credere il possa, le chiede tre cose, le quali ella gli fa tutte; e oltre a questo in presenza di Nicostrato si sollazza con lui, e a Nicostrato fa credere che non sia vero quello che ha veduto.
Tanto era piaciuta la novella di Neifile, che né di
ridere né di ragionar di quella si potevano le donne tenere, quantunque il re più volte
silenzio loro avesse imposto, avendo comandato a Panfilo che la sua dicesse. Ma pur, poi
che tacquero, così Panfilo incominciò:
Io non credo, reverende donne, che niuna cosa sia,
quantunque sia grave e dubbiosa, che a far non ardisca chi ferventemente ama. La qual cosa
quantunque in assai novelle sia stato dimostrato, nondimeno io il mi credo molto più, con
una che dirvi intendo, mostrare, dove udirete d'una donna, alla qua le nelle sue opere fu
troppo più favorevole la fortuna, che la ragione avveduta; e per ciò non consiglierei io
alcuna che dietro alle pedate di colei, di cui dire intendo, s'arrischiasse d'andare, per
ciò che non sempre è la fortuna in un modo disposta, né sono al mondo tutti gli uomini
abbagliati igualmente.
In Argo, antichissima città di Grecia, per li suoi passati
re molto più famosa che grande, fu già uno nobile uomo, il quale appellato fu
Nicostrato, a cui già vicino alla vecchiezza la fortuna concedette per moglie una gran
donna, non meno ardita che bella, detta per nome Lidia. Teneva costui, sì come nobile
uomo e ricco, molta famiglia e cani e uccelli, e grandissimo diletto prendea nelle cacce;
e aveva tra gli altri suoi famigliari un giovinetto leggiadro e adorno e bello della
persona e destro a qualunque cosa avesse voluta fare, chiamato Pirro; il quale Nicostrato
oltre ad ogni altro amava e più di lui si fidava. Di costui Lidia s'innamorò forte,
tanto che né dì né notte in altra parte che con lui aver poteva il pensiere; del quale
amore, o che Pirro non s'avvedesse o non volesse, niente mostrava se ne curasse, di che la
donna intollerabile noia portava nell'animo. E disposta del tutto di fargliele sentire,
chiamò a sé una sua cameriera nomata Lusca, della quale ella si confidava molto, e sì
le disse: - Lusca, li benefici li quali tu hai da me ricevuti ti debbono fare a me
obediente e fedele; e per ciò guarda che quello che io al presente ti dirò niuna persona
senta giammai se non colui al quale da me ti fia imposto. Come tu vedi, Lusca, io son
giovane e fresca donna, e piena e copiosa di tutte quelle cose che alcuna può disiderare;
e brievemente, fuor che d'una, non mi posso rammaricare, e questa è che gli anni del mio
marito son troppi, se co'miei si misurano, per la qual cosa di quello che le giovani donne
prendono più piacere io vivo poco contenta; e pur come l'altre disiderandolo, è buona
pezza che io diliberai meco di non volere, se la fortuna m'è stata poco amica in darmi
così vecchio marito, essere io nimica di me medesima in non saper trovar modo a' miei
diletti e alla mia salute; e per avergli così compiuti in questo come nell'altre cose, ho
per partito preso di volere, sì come di ciò più degno che alcun altro, che il nostro
Pirro co'suoi abbracciamenti gli supplisca, e ho tanto amore in lui posto, che io non
sento mai bene se non tanto quanto io il veggio o di lui penso; e se io senza indugio non
mi ritruovo seco, per certo io me ne credo morire. E per ciò, se la mia vita t'è cara,
per quel modo che miglior ti parrà, il mio amore gli significherai e sì 'l pregherai da
mia parte che gli piaccia di venire a me quando tu per lui andrai.
La cameriera disse di farlo volentieri; e come prima tempo
e luogo le parve, tratto Pirro da parte, quanto seppe il meglio l'ambasciata gli fece
della sua donna. La qual cosa udendo Pirro, si maravigliò forte, sì come colui che mai
d'alcuna cosa avveduto non s'era, e dubitò non la donna ciò facesse dirgli per tentarlo;
per che subito e ruvidamente rispose: - Lusca, io non posso credere che queste parole
vengano dalla mia donna, e per ciò guarda quel che tu parli; e se pure da lei venissero,
non credo che con l'animo dir te le faccia; e se pur con l'animo dir le facesse, il mio
signore mi fa più onore che io non vaglio; io non farei a lui sì fatto oltraggio per la
vita mia; e però guarda che tu più di sì fatte cose non mi ragioni.
La Lusca, non sbigottita per lo suo rigido parlare, gli
disse: - Pirro, e di queste e d'ogn'altra cosa che la mia donna m'imporrà ti parlerò io
quante volte ella il mi comanderà, o piacere o noia ch'egli ti debbia essere; ma tu se'
una bestia.
E turbatetta con le parole di Pirro se ne tornò alla
donna, la quale udendole disiderò di morire, e dopo alcun giorno riparlò alla cameriera
e disse: - Lusca, tu sai che per lo primo colpo non cade la quercia; per che a me pare che
tu da capo ritorni a colui che in mio pregiudicio nuovamente vuol divenir leale, e,
prendendo tempo convenevole, gli mostra interamente il mio ardore e in tutto t'ingegna di
far che la cosa abbia effetto; però che, se così s'intralasciasse, io ne morrei ed egli
si crederebbe esser stato tentato; e dove il suo amor cerchiamo, ne seguirebbe odio.
La cameriera confortò la donna, e cercato di Pirro, il
trovò lieto e ben disposto, e sì gli disse: - Pirro, io ti mostrai, pochi dì sono, in
quanto fuoco la tua donna e mia stea per l'amor che ella ti porta, e ora da capo te ne
rifò certo, che, dove tu in su la durezza che l'altrieri dimostrasti dimori, vivi sicuro
che ella viverà poco; per che io ti priego che ti piaccia di consolarla del suo
disiderio; e dove tu pure in su la tua ostinazione stessi duro, là dove io per molto
savio t'aveva, io t'avrò per uno scioccone. Che gloria ti può egli esser maggiore che
una così fatta donna, così bella, così gentile e così ricca, te sopra ogni altra cosa
ami? Appresso questo, quanto ti puo'tu conoscere alla fortuna obligato, pensando che ella
t'abbia parata dinanzi così fatta cosa, e a'disideri della tua giovinezza atta, e ancora
un così fatto rifugio a'tuoi bisogni! Qual tuo pari conosci tu che per via di diletto
meglio stea che starai tu, se tu sarai savio? Quale altro troverai tu che in arme, in
cavalli, in robe e in denari possa star come tu starai, volendo il tuo amor concedere a
costei? Apri adunque l'animo alle mie parole e in te ritorna; e ricordati che una volta
senza più suole avvenire che la Fortuna si fa altrui incontro col viso lieto e col grembo
aperto; la quale chi allora non sa ricevere, poi, trovandosi povero e mendico, di sé e
non di lei s'ha a rammaricare. E oltre a questo non si vuol quella lealtà tra'servidori
usare e'signori, che tra gli amici e pari si conviene; anzi gli deono così i servidori
trattare, in quel che possono, come essi da loro trattati sono. Speri tu, se tu avessi o
bella moglie o madre o figliuola o sorella che a Nicostrato piacesse, che egli andasse la
lealtà ritrovando che tu servar vuoi a lui della sua donna? Sciocco se' se tu 'l credi:
abbi di certo, se le lusinghe e'prieghi non bastassono, che che ne dovesse a te parere,
e'vi si adoperrebbe la forza. Trattiamo adunque loro e le lor cose come essi noi e le
nostre trattano. Usa il beneficio della Fortuna; non la cacciare, falleti incontro e lei
vegnente ricevi, ché per certo, se tu nol fai, lasciamo stare la morte la quale senza
fallo alla tua donna ne seguirà, ma tu ancora te ne penterai tante volte che tu ne vorrai
morire.
Pirro, il qual più fiate sopra le parole che la Lusca
dette gli avea avea ripensato, per partito avea preso che, se ella più a lui ritornasse,
di fare altra risposta e del tutto recarsi a compiacere alla donna, dove certificar si
potesse che tentato non fosse; e per ciò rispose: - Vedi, Lusca, tutte le cose che tu mi
di'io le conosco vere, ma io conosco d'altra parte il mio signore molto savio e molto
avveduto, e ponendomi tutti i suoi fatti in mano, io temo forte che Lidia con consiglio e
voler di lui questo non faccia per dovermi tentare; e per ciò, dove tre cose ch'io
domanderò voglia fare a chiarezza di me, per certo niuna cosa mi comanderà poi che io
prestamente non faccia. E quelle tre cose che io voglio son queste: primieramente che in
presenzia di Nicostrato ella uccida il suo buono sparviere; appresso ch'ella mi mandi una
ciocchetta della barba di Nicostrato; e ultimamente un dente di quegli di lui medesimo de'
migliori.
Queste cose parvono alla Lusca gravi e alla donna
gravissime; ma pure Amore, (che è buono confortatore e gran maestro di consigli, le fece
diliberar di farlo, e per la sua cameriera gli mandò dicendo che quello che egli aveva
addimandato pienamente fornirebbe, e tosto; e oltre a ciò, per ciò che egli così savio
reputava Nicostrato, disse che in presenzia di lui con Pirro si sollazzerebbe e a
Nicostrato farebbe credere che ciò non fosse vero. Pirro adunque cominciò ad aspettare
quello che far dovesse la gentil donna; la quale, avendo ivi a pochi dì Nicostrato dato
un gran desinare, sì come usava spesse volte di fare, a certi gentili uomini, ed essendo
già levate le tavole, vestita d'uno sciamito verde e ornata molto, e uscita della sua
camera, in quella sala venne dove costoro erano, e veggente Pirro e ciascuno altro, se
n'andò alla stanga sopra la quale lo sparviere era cotanto da Nicostrato tenuto caro, e
scioltolo, quasi in mano sel volesse levare, e presolo per li geti, al muro il percosse e
ucciselo.
E gridando verso lei Nicostrato: - Ohimè, donna, che hai
tu fatto? - niente a lui rispose; ma, rivolta a'gentili uomini che con lui avevan
mangiato, disse: - Signori, mal prenderei vendetta d'un re che mi facesse dispetto, se
d'uno sparvier non avessi ardir di pigliarla. Voi dovete sapere che questo uccello tutto
il tempo da dover essere prestato dagli uomini al piacer delle donne lungamente m'ha
tolto; per ciò che, sì come l'aurora suole apparire, così Nicostrato s'è levato, e
salito a cavallo col suo sparviere in mano n'è andato alle pianure aperte a vederlo
volare; e io, qual voi mi vedete, sola e mal contenta nel letto mi sono rimasa; per la
qual cosa ho più volte avuta voglia di far ciò che io ho ora fatto, né altra cagione
m'ha di ciò ritenuta se non l'aspettar di farlo in presenzia d'uomini che giusti giudici
sieno alla mia querela, sì come io credo che voi sarete.
I gentili uomini che l'udivano, credendo non altramente
esser fatta la sua affezione a Nicostrato che sonasser le parole, ridendo ciascuno e verso
Nicostrato rivolti che turbato era cominciarono a dire: - Deh! come la donna ha ben fatto
a vendicare la sua ingiuria con la morte dello sparviere! - e con diversi motti sopra
così fatta materia, essendosi già la donna in camera ritornata, in riso rivolsero il
cruccio di Nicostrato.
Pirro, veduto questo, seco medesimo disse: - Alti principii
ha dati la donna a' miei felici amori; faccia Iddio che ella perseveri -.
Ucciso adunque da Lidia lo sparviere, non trapassar molti
giorni che, essendo ella nella sua camera insieme con Nicostrato, faccendogli carezze, con
lui cominciò a cianciare, ed egli per sollazzo alquanto tiratala per li capelli, le diè
cagione di mandare ad effetto la seconda cosa a lei domandata da Pirro; e prestamente lui
per un picciolo lucignoletto preso della sua barba e ridendo, sì forte il tirò che tutto
del mento gliele divelse.
Di che ramaricandosi Nicostrato, ella disse: - Or che
avesti, che fai cotal viso per ciò che io t'ho tratti forse sei peli della barba? Tu non
sentivi quel ch'io, quando tu mi tiravi testeso i capelli.
E così d'una parola in una altra continuando il lor
sollazzo, la donna cautamente guardò la ciocca della barba che tratta gli avea, e il dì
medesimo la mandò al suo caro amante.
Della terza cosa entrò la donna in più pensiero; ma pur,
sì come quella che era d'alto ingegno e Amor la faceva vie più, s'ebbe pensato che modo
tener dovesse a darle compimento.
E avendo Nicostrato due fanciulli datigli da' padri loro
acciò che in casa sua, per ciò che gentili uomini erano, apparassono alcun costume, dei
quali, quando Nicostrato mangiava, l'uno gli tagliava innanzi e l'altro gli dava bere,
fattigli chiamare amenduni, fece lor vedere che la bocca putiva loro e ammaestrogli che
quando a Nicostrato servissono, tirassono il capo indietro il più che potessono, né
questo mai dicessero a persona.
I giovanetti, credendole, cominciarono a tenere quella
maniera che la donna aveva lor mostrata. Per che ella una volta domandò Nicostrato: - Se'
ti tu accorto di ciò che questi fanciulli fanno quando ti servono?
Disse Nicostrato: - Mai sì, anzi gli ho io voluti
domandare perché il facciano.
A cui la donna disse: - Non fare, ché io il ti so dire io,
e holti buona pezza taciuto per non fartene noia; ma ora che io m'accorgo che altri
comincia ad avvedersene, non è più da celarloti. Questo non ti avviene per altro, se non
che la bocca ti pute fieramente, e non so qual si sia la cagione, per ciò che ciò non
soleva essere; e questa è bruttissima cosa, avendo tu ad usare con gentili uomini; e per
ciò si vorrebbe veder modo di curarla.
Disse allora Nicostrato: - Che potrebbe ciò essere? Avrei
io in bocca dente niun guasto?
A cui Lidia disse: - Forse che sì - ; e menatolo ad
una finestra, gli fece aprire la bocca, e poscia che ella ebbe d'una patte e d'altra
riguardato, disse: - O Nicostrato, e come il puoi tu tanto aver patito? Tu n'hai uno da
questa parte, il quale, per quel che mi paia, non solamente è magagnato, ma egli è tutto
fracido, e fermamente, se tu il terrai guari in bocca, egli guasterà quegli che son da
lato; per che io ti consiglierei che tu nel cacciassi fuori, prima che l'opera andasse
più innanzi.
Disse allora Nicostrato: - Da poi che egli ti pare, ed egli
mi piace; mandisi senza più indugio per un maestro il qual mel tragga.
Al quale la donna disse: - Non piaccia a Dio che qui per
questo venga maestro; e' mi pare che egli stea in maniera, che senza alcun maestro io
medesima tel trarrò ottimamente. E d'altra parte questi maestri son sì crudeli a far
questi servigi, che il cuore nol mi patirebbe per niuna maniera di vederti o di sentirti
tra le mani a niuno; e per ciò del tutto io voglio fare io medesima; ché almeno, se egli
ti dorrà troppo, ti lascerò io incontanente, quello che il maestro non farebbe.
Fattisi adunque venire i ferri da tal servigio e mandato
fuori della camera ogni persona, solamente seco la Lusca ritenne; e dentro serratesi, fece
distender Nicostrato sopra un desco, e messegli le tanaglie in bocca, e preso uno de'
denti suoi, quantunque egli forte per dolor gridasse, tenuto fermamente dall'una, fu
dall'altra per viva forza un dente tirato fuori; e quel serbatosi, e presone un altro il
quale sconciamente magagnato Lidia aveva in mano, a lui doloroso e quasi mezzo morto il
mostrarono, dicendo: - Vedi quello che tu hai tenuto in bocca già è cotanto.
Egli credendoselo, quantunque gravissima pena sostenuta
avesse e molto se ne ramaricasse, pur, poi che fuor n'era, gli parve esser guarito; e con
una cosa e con altra riconfortato, essendo la pena alleviata, s'uscì della camera.
La donna, preso il dente, tantosto al suo amante il mandò;
il quale già certo del suo amore, sé ad ogni suo piacere offerse apparecchiato. La
donna, disiderosa di farlo più sicuro, e parendole ancora ogn'ora mille che con lui
fosse, volendo quello che profferto gli avea attenergli, fatto sembiante d'essere inferma
ed essendo un dì appresso mangiare da Nicostrato visitata, non veggendo con lui altri che
Pirro, il pregò per alleggiamento della sua noia, che aiutar la dovessero ad andare
infino nel giardino.
Per che Nicostrato dall'un de' lati e Pirro dall'altro
presala, nel giardin la portarono e in un pratello a piè d'un bel pero la posarono; dove
stati alquanto sedendosi, disse la donna, che già aveva fatto informar Pirro di ciò che
avesse a fare: - Pirro, io ho gran disiderio d'aver di quelle pere, e però montavi suso e
gittane giù alquante.
Pirro, prestamente salitovi, cominciò a gittar giù delle
pere; e mentre le gittava cominciò a dire: - Eh, messere, che è ciò che voi fate? E
voi, madonna, come non vi vergognate di sofferirlo in mia presenza? Credete voi che io sia
cieco? Voi eravate pur testé così forte malata; come siete voi così tosto guerita che
voi facciate tai cose? Le quali se pur far volete, voi avete tante belle camere; perché
non in alcuna di quelle a far queste cose ve n'andate? E' sarà più onesto che farlo in
mia presenza.
La donna, rivolta al marito, disse: - Che dice Pirro?
Farnetica egli?
Disse allora Pirro: - Non farnetico no, madonna; non
credete voi che i veggia?
Nicostrato si maravigliava forte, e disse: - Pirro,
veramente io credo che tu sogni.
Al quale Pirro rispose: - Signor mio, non sogno né mica,
né voi anche non sognate; anzi vi dimenate ben sì che, se così si dimenasse questo
pero, egli non ce ne rimarrebbe su niuna.
Disse la donna allora: - Che può questo essere? Potrebbe
egli esser vero che gli paresse ver ciò ch'e' dice? Se Dio mi salvi, se io fossi sana
come io fu' già, che io vi sarrei suso, per vedere che maraviglie sien queste che costui
dice che vede.
Pirro d'in sul pero pur diceva, e continuava queste
novelle; al qual Nicostrato disse: - Scendi giù - ; ed egli scese; a cui egli disse: -
Che di' tu che vedi?
Disse Pirro: - Io credo che voi m'abbiate per smemorato o
per trasognato; vedeva voi addosso alla donna vostra, poi pur dir mel conviene; e poi
discendendo io vi vidi levare e porvi così dove voi siete a sedere.
- Fermamente, - disse Nicostrato - eri tu in questo
smemorato, ché noi non ci siamo, poi che in sul pero salisti, punto mossi, se non come tu
vedi.
Al qual Pirro disse: - Perché ne facciam noi quistione? Io
vi pur vidi; e se io vi vidi, io vi vidi in sul vostro.
Nicostrato più ogn'ora si maravigliava, tanto che egli
disse: - Ben vo' vedere se questo pero è incantato, e che chi v'è su vegga le maraviglie
- ; e montovvi su. Sopra il quale come egli fu, la donna insieme con Pirro
s'incominciarono a sollazzare; il che Nicostrato veggendo cominciò a gridare: - Ahi rea
femina, che è quel che tu fai? E tu Pirro, di cui io più mi fidava? - e così dicendo
cominciò a scendere del pero.
La donna e Pirro dicevano: - Noi ci seggiamo - e lui
veggendo discendere, a seder si tornarono in quella guisa che lasciati gli avea. Come
Nicostrato fu giù e vide costoro dove lasciati gli avea, così lor cominciò a dir
villania.
Al quale Pirro disse: - Nicostrato, ora veramente confesso
io che, come voi diciavate davanti, che io falsamente vedessi mentre fui sopra 'l pero;
né ad altro il conosco se non a questo, che io veggio e so che voi falsamente avete
veduto. E che io dica il vero, niun'altra cosa vel mostri, se non l'aver riguardo e
pensare a che ora la vostra donna, la quale è onestissima e più savia che altra volendo
di tal cosa farvi oltraggio, si recherebbe a farlo davanti agli occhi vostri. Di me non
vo' dire, che mi lascerei prima squartare che io il pur pensassi, non che io il venissi a
fare in vostra presenza. Per che di certo la magagna di questo transvedere dee procedere
dal pero; per ciò che tutto il mondo non m'avrebbe fatto discredere che voi qui non foste
colla donna vostra carnalmente giaciuto, se io non udissi dire a voi che egli vi fosse
paruto che io facessi quello che io so certissimamente che io non pensai, non che io
facessi mai.
La donna appresso, che quasi tutta turbata s'era levata in
piè, cominciò a dire: - Sia con la mala ventura, se tu m'hai per sì poco sentita, che,
se io volessi attendere a queste tristezze che tu di' che vedevi, io le venissi a fare
dinanzi agli occhi tuoi. Sii certo di questo che qualora volontà me ne venisse, io non
verrei qui, anzi mi crederrei sapere essere in una delle nostre camere, in guisa e in
maniera che gran cosa mi parrebbe che tu il risapessi giammai.
Nicostrato, al qual vero parea ciò che dicea l'uno e
l'altro che essi quivi dinanzi a lui mai a tale atto non si dovessero esser condotti,
lasciate stare le parole e le riprensioni di tal maniera, cominciò a ragionar della
novità del fatto e del miracolo della vista che così si cambiava a chi su vi montava.
Ma la donna, che della oppinione che Nicostrato mostrava
d'avere avuta di lei si mostrava turbata, disse: - Veramente questo pero non ne farà mai
più niuna, né a me né ad altra donna, di queste vergogne, se io potrò; e perciò,
Pirro, corri e va e reca una scure, e ad una ora te e me vendica tagliandolo, come che
molto meglio sarebbe a dar con essa in capo a Nicostrato, il quale senza considerazione
alcuna così tosto si lasciò abbagliar gli occhi dello 'ntelletto; ché, quantunque a
quegli che tu hai in testa paresse ciò che tu dì, per niuna cosa dovevi nel giudicio
della tua mente comprendere o consentire che ciò fosse.
Pirro prestissimo andò per la scure e tagliò il pero; il
quale come la donna vide caduto, disse verso Nicostrato: - Poscia che io veggio abbattuto
il nimico della mia onestà, la mia ira è ita via - ; e a Nicostrato, che di ciò la
pregava, benignamente perdonò, imponendogli che più non gli avvenisse di presummere, di
colei che più che sé l'amava, una così fatta cosa giammai.
Così il misero marito schernito con lei insieme e col suo
amante nel palagio se ne tornarono, nel quale poi molte volte Pirro di Lidia, ed ella di
lui, con più agio presero piacere e di letto. Dio ce ne dea a noi.
Indici delle giornate
Indice delle novelle della settima giornata
© 1997 - by prof. Giuseppe Bonghi
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Ultimo aggiornamento: 08 febbraio 1998