Giuseppe Bonghi
Introduzione
al
Galateo
di
Giovanni Della Casa
Acconcio: disposto
Appetire: desiderare
Appetito: desiderio naturale
Astretto: costretto (astretto di = costretto a)
Cièlabro: cervello
Commendare: lodare
Costumare: avere rapporti con qualcuno
Covare ... cenere: trascorrere pigramente il tempo accanto
al fuoco
Dicevole: decente
Dirugginare: digrignare
Disavenente: sgradevole
Discreto: riservato, prudente
Durare: continuare
Famiglia: sèguito di cortigiani e amici
Famigliari: servitori
Farfalloni: grossi sputi catarrosi
Fornire: portare a termine
Grifo: grugno
Guarnaccia o guarnacca: sopravveste
Idiota: privo di istruzione, incolto
Incontinente: subito
Instanzia: insistenza
Labirinto: il Labirinto d'Amore o Corbaccio
è un'operetta satirica contro le donne, appartenente alla tarda
maturità del Boccaccio. Il quale immagina che l'ombra del marito
della bella donna di cui si è invaghito gli appaia in sogno e
gli riveli, per salvarlo dal «labirinto» d'amore, la
scostumatezza della moglie e delle donne in generale
Lusinghiero: adulatore
Mallevadore: testimone, garante Mezzanamente: con
misura
Moccichino: fazzoletto
Noiare: infastidire
Onesto: dignitoso
Partitamente: minuziosamente
Proferire: porgere
Prostendersi: distendersi
Ricagnato: dai tratti simili a quelli dei cani
Schifare: evitare
sconcie: malfatte
Stadera: bilancia
Tonduto: tagliato corto
Bandinelli Ubaldino: erudito fiorentino (1494-1551). Fu
maestro del Della Casa, che gli dedicò l'ode latina Tam caro
capiti iam nimium diu. Nominato vescovo di Montefiascone e di
Corneto nel 1548, venne poi chiamato a Roma da Giulio III
san
Boccadoro: san Giovanni Battista, detto Boccadoro per la sua
eloquenza, e, con allusione scherzosa, per il fatto che la sua
immagine era impressa sul fiorino, moneta fiorentina.
L'intera locuzione ha il senso: corrompere col denaro
Castruccio: Castruccio Castracani (1281-1328),
condottiero e signore di Lucca dal 1313 (per l'episodio cui qui
si fa riferimento vedi: Machiavelli, Vita di
Castruccio Castracani da Lucca e Giovanni Villani,
Cronica.
dipintore (cap. XXVI): Zeusi (nato ad Eraclea,
probabilmente l'attuale Policoro in Lucania; attivo nella seconda
metà del sec. V a.C.) compose però il ritratto di Elena, non di
Venere, poi collocato dagli abitanti di Crotone, che ne erano
stati i committenti, nel tempio di Era Lacinia. Al celebre
procedimento seguito dal pittore, qui richiamato, fano
riferimento, tra gli altri l'Equicola nel De
natura de amore, il Trissino nei Ritratti,
il Firenzuola ne Le bellezze delle donne,
il Luigini nel Della bella donna.
Ganimede: Il suo nome letteralmente significa
colui che dà letizia; bellissimo figlio di Troo re
di Troia, fratello di Ilo e di Assàraco, era il più bello dei
mortali fu rapito, fra lo stupore dei suoi vecchi custodi, sul
frondoso monte Ida mentre era intento alla caccia di cervi veloci
col suo rapido giavellotto, ancora anelante per la corsa,
dall'aquila portatrice dei fulmini, le armi, di Giove, inviata
dallo stesso Giove, d'accordo con gli altri dei, e trasportato in
cielo, affinché in una eterna giovinezza servisse da coppiere a
Giove-Zeus e agli altri dei sull'Olimpo, preferito ad Ebe,
personificazione della giovinezza, figlia di Zeus e di Hera,
ancella degli dei, ai quali mesce il nettare, e sposa di Heracle.
In cambio Zeus donò a Troo una vite doro lavorata da
Efesto e una razza di cavalli resistenti e velocissimi.
Gianfigliazzi Currado: personaggio della novella VI,4 del
Decameron nota col titolo Chichibio e la gru
Giberti Giovanni: nato a Palermo nel 1495, fu consigliere
e datario di Clemente VII e quindi Vescovo di Verona (1524).
Durante il sacco di Roma (1527) rimase chiuso in Castel
Sant'Angelo con il Papa, che aveva spinto ad allearsi con
Francesco I. Dopo il suo rientro a Verona (18 febbraio 1528)
svolse una fervida attività in sostegno della riforma dei
costumi del clero e del popolo. Mecenate di letterati e di
artisti, ospitò nella sua corte, tra gli altri, Francesco Berni.
Morì a Verona nel 1543.
Lodovico ... Bavero; Ludovico IV di Baviera, detto il
Bavero, incoronato imperatore in Roma il 17 gennaio 1328.
Lupo degli Uberti: molto probabilmente il figlio
di Farinata degli Uberti. Fu capitano dei ghibellini assediati
nel 1288 nel castello di Laterina presso Arezzo dai Guelfi di
Firenze. Pur essendo in grado di resistere per più di tre mesi,
si arrese dopo pochi giorni e con i ghibellini che molto lo
biasimarono per il suo comportamento, secondo il Villani,
«si scusava per motti, che nullo lupo non era costumato di stare
rinchiuso.
Manfredi:
figlio naturale di Federico II di Svevia, reggente e re dal 1258
del regno di Sicilia; morì presso Benevento nel 1266 combattendo
contro Carlo I d'Angiò.
Pindaro:
nato a Cinocefale in Beozia intorno al 520 a.C., fu considerato
il maggior poeta lirico corale greco.
© 1996 - by prof. Giuseppe Bonghi
- E-mail: Giuseppe
Bonghi - bonghi@mail.fausernet.novara.it
Ultimo aggiornamento: 05 febbraio 1998