Giovanni Boccaccio
Decameron
Decima giornata
Novella decima
Il marchese di Saluzzo, da' prieghi de' suoi uomini costretto di pigliar moglie, per prenderla a suo modo, piglia una figliuola d'un villano, della quale ha due figlioli, li quali le fa veduto di uccidergli. Poi, mostrando lei essergli rincresciuta e avere altra moglie presa, a casa faccendosi ritornare la propria figliuola come se sua moglie fosse, lei avendo in camicia cacciata e ad ogni cosa trovandola paziente, più cara che mai in casa tornatalasi, i suoi figliuoli grandi le mostra, e come marchesana l'onora e fa onorare.
Finita la lunga novella del re, molto a tutti nel
sembiante piaciuta, Dioneo ridendo disse: - Il buono uomo che aspettava la seguente notte
di fare abbassare la coda ritta della fantasima, avrebbe dati men di due denari di tutte
le lode che voi date a messer Torello -; e appresso, sappiendo che a lui solo restava il
dire, incominciò:
Mansuete mie donne, per quel che mi paia, questo dì d'oggi
è stato dato a re e a soldani e a così fatta gente; e per ciò, acciò che io troppo da
voi non mi scosti, vo'ragionar d'un marchese, non cosa magnifica, ma una matta
bestialità, come che bene ne gli seguisse alla fine. La quale io non consiglio alcun che
segua, per ciò che gran peccato fu che a costui ben n'avvenisse.
Già è gran tempo, fu tra' marchesi di Saluzzo il maggior
della casa un giovane chiamato Gualtieri, il quale, essendo senza moglie e senza
figliuoli, in niuna altra cosa il suo tempo spendeva che in uccellare e in cacciare, né
di prender moglie né d'aver figliuoli alcun pensiere avea, di che egli era da reputar
molto savio. La qual cosa a' suoi uomini non piacendo, più volte il pregarono che moglie
prendesse, acciò che egli senza erede né essi senza signor rimanessero, offerendosi di
trovargliele tale e di sì fatto padre e madre discesa, che buona speranza se ne potrebbe
avere, ed esso contentarsene molto.
A' quali Gualtieri rispose: - Amici miei, voi mi strignete
a quello che io del tutto aveva disposto di non far mai, considerando quanto grave cosa
sia a poter trovare chi co' suoi costumi ben si convenga, e quanto del contrario sia
grande la copia, e come dura vita sia quella di colui che a donna non bene a sé
conveniente s'abbatte. E il dire che voi vi crediate a' costumi de' padri e delle madri le
figliuole conoscere, donde argomentate di darlami tal che mi piacerà, è una sciocchezza;
con ciò sia cosa che io non sappia dove i padri possiate conoscere, né come i segreti
delle madri di quelle; quantunque, pur conoscendoli, sieno spesse volte le figliuole a'
padri e alle madri dissimili. Ma poi che pure in queste catene vi piace d'annodarmi, e io
voglio esser contento; e acciò che io non abbia da dolermi d'altrui che di me, se mal
venisse fatto, io stesso ne voglio essere il trovatore, affermandovi che, cui che io mi
tolga, se da voi non fia come donna onorata, voi proverete con gran vostro danno quanto
grave mi sia l'aver contra mia voglia presa mogliere a' vostri prieghi.
I valenti uomini risposon ch'eran contenti, sol che esso si
recasse a prender moglie.
Erano a Gualtieri buona pezza piaciuti i costumi d'una
povera giovinetta che d'una villa vicina a casa sua era, e parendogli bella assai, estimò
che con costei dovesse aver vita assai consolata; e per ciò, senza più avanti cercare,
costei propose di volere sposare; e fattosi il padre chiamare, con lui, che poverissimo
era, si convenne di torla per moglie.
Fatto questo, fece Gualtieri tutti i suoi amici della
contrada adunare, e disse loro: - Amici miei, egli v'è piaciuto e piace che io mi
disponga a tor moglie, e io mi vi son disposto più per compiacere a voi che per disiderio
che io di moglie avessi. Voi sapete quello che voi mi prometteste, cioè d'esser contenti
e d'onorar come donna qualunque quella fosse che io togliessi; e per ciò venuto è il
tempo che io sono per servare a voi la promessa, e che io voglio che voi a me la serviate.
Io ho trovata una giovane secondo il cuor mio, assai presso di qui, la quale io intendo di
tor per moglie e di menarlami fra qui a pochi dì a casa; e per ciò pensate come la festa
delle nozze sia bella, e come voi onorevolmente ricever la possiate, acciò che io mi
possa della vostra promession chiamar contento, come voi della mia vi potrete chiamare.
I buoni uomini lieti tutti risposero ciò piacer loro, e
che, fosse chi volesse, essi l'avrebber per donna e onorerebbonla in tutte cose sì come
donna. Appresso questo, tutti si misero in assetto di far bella e grande e lieta festa, e
il simigliante fece Gualtieri. Egli fece preparare le nozze grandissime e belle, e
invitarvi molti suoi amici e parenti e gran gentili uomini e altri dattorno; e oltre a
questo fece tagliare e far più robe belle e ricche al dosso d'una giovane, la quale della
persona gli pareva che la giovinetta la quale avea proposto di sposare; e oltre a questo
apparecchiò cinture e anella e una ricca e bella corona, e tutto ciò che a novella sposa
si richiedea.
E venuto il dì che alle nozze predetto avea, Gualtieri in
su la mezza terza montò a cavallo, e ciascuno altro che ad onorarlo era venuto; e ogni
cosa opportuna avendo disposta, disse: - Signori, tempo è d'andare per la novella sposa
-; e messosi in via con tutta la compagnia sua pervennero alla villetta. E giunti a casa
del padre della fanciulla, e lei trovata che con acqua tornava dalla fonte in gran fretta,
per andar poi con altre femine a veder venire la sposa di Gualtieri, la quale come
Gualtieri vide, chiamatala per nome, cioè Griselda, domandò dove il padre fosse; al
quale ella vergognosamente rispose: - Signor mio, egli è in casa.
Allora Gualtieri smontato e comandato ad ogn'uomo che
l'aspettasse, solo se n'entrò nella povera casa, dove trovò il padre di lei che aveva
nome Giannucole, e dissegli: - Io son venuto a sposar la Griselda, ma prima da lei voglio
sapere alcuna cosa in tua presenzia -; e domandolla se ella sempre, togliendola egli per
moglie, s'ingegnerebbe di compiacergli e di niuna cosa che egli dicesse o facesse non
turbarsi, e s'ella sarebbe obbediente, e simili altre cose assai, delle quali ella a tutte
rispose del sì. Allora Gualtieri, presala per mano, la menò fuori, e in presenzia di
tutta la sua compagnia e d'ogni altra persona la fece spogliare ignuda, e fattisi quegli
vestimenti venire che fatti aveva fare, prestamente la fece vestire e calzare, e sopra i
suoi capegli così scarmigliati com'egli erano le fece mettere una corona, e appresso
questo, maravigliandosi ogn'uomo di questa cosa, disse: - Signori, costei è colei la
quale io intendo che mia moglie sia, dove ella me voglia per marito -; e poi a lei
rivolto, che di sé medesima vergognosa e sospesa stava, le disse: - Griselda, vuo' mi tu
per tuo marito?
A cui ella rispose: - Signor mio, sì.
Ed egli disse: - E io voglio te per mia moglie -; e in
presenza di tutti la sposò. E fattala sopra un pallafren montare, onorevolmente
accompagnata a casa la si menò. Quivi furon le nozze belle e grandi e la festa non
altramenti che se presa avesse la figliuola del re di Francia.
La giovane sposa parve che co' vestimenti insieme l'animo e
i costumi mutasse. Ella era, come già dicemmo, di persona e di viso bella, e così come
bella era, divenne tanto avvenevole, tanto piacevole e tanto costumata, che non figliuola
di Giannucole e guardiana di pecore pareva stata, ma d'alcun nobile signore; di che ella
faceva maravigliare ogn'uom che prima conosciuta l'avea. E oltre a questo era tanto
obbediente al marito e tanto servente, che egli si teneva il più contento e il più
appagato uomo del mondo; e similmente verso i sudditi del marito era tanto graziosa e
tanto benigna, che niun ve n'era che più che sé non l'amasse e che non l'onorasse di
grado, tutti per lo suo bene e per lo suo stato e per lo suo essaltamento pregando;
dicendo, dove dir solieno Gualtieri aver fatto come poco savio d'averla per moglie presa,
che egli era il più savio e il più avveduto uomo che al mondo fosse; per ciò che niun
altro che egli avrebbe mai potuto conoscere l'alta virtù di costei nascosa sotto i poveri
panni e sotto l'abito villesco.
E in brieve non solamente nel suo marchesato, ma per tutto,
anzi che gran tempo fosse passato, seppe ella sì fare che ella fece ragionare del suo
valore e del suo bene adoperare, e in contrario rivolgere, se alcuna cosa detta s'era
contra 'l marito per lei quando sposata l'avea. Ella non fu guari con Gualtieri dimorata,
che ella ingravidò, e al tempo partorì una fanciulla, di che Gualtieri fece gran festa.
Ma poco appresso, entratogli un nuovo pensier nell'animo,
cioè di volere con lunga esperienzia e con cose intollerabili provare la pazienzia di
lei, primieramente la punse con parole, mostrandosi turbato e dicendo che i suoi uomini
pessimamente si contentavano di lei per la sua bassa condizione, e spezialmente poi che
vedevano che ella portava figliuoli; e della figliuola che nata era tristissimi, altro che
mormorar non facevano.
Le quali parole udendo la donna, senza mutar viso o buon
proponimento in alcuno atto, disse: - Signor mio, fa di me quello che tu credi che più
tuo onore e consolazion sia, ché io sarò di tutto contenta, sì come colei che conosco
che io sono da men di loro, e che io non era degna di questo onore al quale tu per tua
cortesia mi recasti -. Questa risposta fu molto cara a Gualtieri, conoscendo costei non
essere in alcuna superbia levata, per onor che egli o altri fatto l'avesse.
Poco tempo appresso, avendo con parole generali detto alla
moglie che i sudditi non potevan patir quella fanciulla di lei nata, informato un suo
famigliare, il mandò a lei, il quale con assai dolente viso le disse: - Madonna, se io
non voglio morire, a me conviene far quello che il mio signor mi comanda. Egli m'ha
comandato che io prenda questa vostra figliuola e ch'io... - e non disse più.
La donna, udendo le parole e vedendo il viso del
famigliare, e delle parole dette ricordandosi, comprese che a costui fosse imposto che
egli l'uccidesse; per che prestamente presala della culla e baciatala e benedettala, come
che gran noia nel cuor sentisse, senza mutar viso in braccio la pose al famigliare e
dissegli: - Te': fa compiutamente quello che il tuo e mio signore t'ha imposto; ma non la
lasciar per modo che le bestie e gli uccelli la divorino, salvo se egli nol ti comandasse.
Il famigliare, presa la fanciulla, e fatto a Gualtieri
sentire ciò che detto aveva la donna, maravigliandosi egli della sua costanzia, lui con
essa ne mandò a Bologna ad una sua parente, pregandola che, senza mai dire cui figliuola
si fosse, diligentemente l'allevasse e costumasse.
Sopravenne appresso che la donna da capo ingravidò, e al
tempo debito partorì un figliuol maschio, il che carissimo fu a Gualtieri; ma, non
bastandogli quello che fatto avea, con maggior puntura trafisse la donna, e con sembiante
turbato un dì le disse: - Donna, poscia che tu questo figliuol maschio facesti, per niuna
guisa con questi miei viver son potuto, sì duramente si ramaricano che uno nepote di
Giannucole dopo me debba rimaner lor signore; di che io mi dotto, se io non ci vorrò
esser cacciato, che non mi convenga far di quello che io altra volta feci, e alla fine
lasciar te e prendere un'altra moglie.
La donna con paziente animo l'ascoltò, né altro rispose
se non: - Signor mio, pensa di contentar te e di sodisfare al piacer tuo, e di me non
avere pensiere alcuno, per ciò che niuna cosa m'è cara se non quant'io la veggo a te
piacere.
Dopo non molti dì Gualtieri, in quella medesima maniera
che mandato avea per la figliuola, mandò per lo figliuolo, e similmente dimostrato
d'averlo fatto uccidere, a nutricar nel mandò a Bologna, come la fanciulla aveva mandata;
della qual cosa la donna né altro viso né altre parole fece che della fanciulla fatto
avesse; di che Gualtieri si maravigliava forte e seco stesso affermava niun'altra femina
questo poter fare che ella faceva; e se non fosse che carnalissima de' figliuoli, mentre
gli piacea, la vedea, lei avrebbe creduto ciò fare per più non curarsene, dove come
savia lei farlo cognobbe. I sudditi suoi, credendo che egli uccidere avesse fatti i
figliuoli, il biasimavan forte e reputavanlo crudele uomo, e alla donna avevan grandissima
compassione; la quale con le donne, le quali con lei de' figliuoli così morti si
condoleano, mai altro non disse se non che quello ne piaceva a lei che a colui che
generati gli avea.
Ma, essendo più anni passati dopo la natività della
fanciulla, parendo tempo a Gualtieri di fare l'ultima pruova della sofferenza di costei,
con molti de' suoi disse che per niuna guisa più sofferir poteva d'aver per moglie
Griselda e che egli cognosceva che male e giovenilmente aveva fatto quando l'aveva presa,
e per ciò a suo poter voleva procacciar col papa che con lui dispensasse che un'altra
donna prender potesse e lasciar Griselda; di che egli da assai buoni uomini fu molto
ripreso. A che null'altro rispose, se non che convenia che così fosse. La donna, sentendo
queste cose e parendole dovere sperare di ritornare a casa del padre e forse a guardar le
pecore come altra volta aveva fatto e vedere ad un'altra donna tener colui al quale ella
voleva tutto il suo bene, forte in sé medesima si dolea; ma pur, come l'altre ingiurie
della fortuna avea sostenute, così con fermo viso si dispose a questa dover sostenere.
Non dopo molto tempo Gualtieri fece venire sue lettere
contraffatte da Roma, e fece veduto a' suoi sudditi il papa per quelle aver seco
dispensato di poter torre altra moglie e lasciar Griselda. Per che, fattalasi venir
dinanzi, in presenza di molti le disse: - Donna, per concession fattami dal papa, io posso
altra donna pigliare e lasciar te; e per ciò che i miei passati sono stati gran gentili
uomini e signori di queste contrade, dove i tuoi stati son sempre lavoratori, io intendo
che tu più mia moglie non sia, ma che tu a casa Giannucole te ne torni con la dote che tu
mi recasti, e io poi un'altra, che trovata n'ho convenevole a me, ce ne menerò.
La donna, udendo queste parole, non senza grandissima
fatica, oltre alla natura delle femine, ritenne le lagrime, e rispose: - Signor mio, io
conobbi sempre la mia bassa condizione alla vostra nobilità in alcun modo non convenirsi,
e quello che io stata son con voi, da Dio e da voi il riconoscea, né mai, come donatolmi,
mio il feci o tenni, ma sempre l'ebbi come prestatomi; piacevi di rivolerlo, e a me dee
piacere e piace di renderlovi; ecco il vostro anello col quale voi mi sposaste,
prendetelo. Comandatemi che io quella dote me ne porti che io ci recai, alla qual cosa
fare, né a voi pagator né a me borsa bisognerà né somiere, per ciò che di mente
uscito non m'è che ignuda m'aveste: e se voi giudicate onesto che quel corpo, nel qual io
ho portati figliuoli da voi generati, sia da tutti veduto, io me n'andrò ignuda; ma io vi
priego, in premio della mia verginità, che io ci recai e non ne la porto, che almeno una
sola camicia sopra la dote mia vi piaccia che io portar ne possa.
Gualtieri, che maggior voglia di piagnere avea che d'altro,
stando pur col viso duro, disse: - E tu una camicia ne porta.
Quanti dintorno v'erano il pregavano che egli una roba le
donasse, ché non fosse veduta colei, che sua moglie tredici anni e più era stata, di
casa sua così poveramente e così vituperosamente uscire, come era uscirne in camicia; ma
in vano andarono i prieghi; di che la donna, in camicia e scalza e senza alcuna cosa in
capo, accomandatili a Dio, gli uscì di casa, e al padre se ne tornò con lagrime e con
pianto di tutti coloro che la videro. Giannucole, che creder non avea mai potuto questo
esser vero che Gualtieri la figliuola dovesse tener moglie, e ogni dì questo caso
aspettando guardati l'aveva i panni che spogliati s'avea quella mattina che Gualtieri la
sposò; per che recatigliele ed ella rivestitiglisi, ai piccoli servigi della paterna casa
si diede, sì come far soleva, con forte animo sostenendo il fiero assalto della nimica
fortuna.
Come Gualtieri questo ebbe fatto, così fece veduto a' suoi
che presa aveva una figliuola d'uno dei conti da Panago; e faccendo fare l'appresto grande
per le nozze, mandò per Griselda che a lui venisse, alla quale venuta disse: - Io meno
questa donna la quale io ho nuovamente tolta, e intendo in questa sua prima venuta
d'onorarla; e tu sai che io non ho in casa donne che mi sappiano acconciare le camere né
fare molte cose che a così fatta festa si richeggiono; e per ciò tu, che meglio che
altra persona queste cose di casa sai, metti in ordine quello che da far ci è, e quelle
donne fa invitare che ti pare, e ricevile come se donna di qui fossi; poi, fatte le nozze,
te ne potrai a casa tua tornare.
Come che queste parole fossero tutte coltella al cuore di
Griselda, come a colei che non aveva così potuto por giù l'amore che ella gli portava,
come fatto avea la buona fortuna, rispose: - Signor mio, io son presta e apparecchiata.
Ed entratasene co' suoi pannicelli romagnuoli e grossi in
quella casa, della qual poco avanti era uscita in camicia, cominciò a spazzare le camere
e ordinarle, e a far porre capoletti e pancali per le sale, a fare apprestare la cucina, e
ad ogni cosa, come se una piccola fanticella della casa fosse, porre le mani; né mai
ristette che ella ebbe tutto acconcio e ordinato quanto si convenia. E appresso questo,
fatto da parte di Gualtieri invitare tutte le donne della contrada, cominciò ad attender
la festa; e venuto il giorno delle nozze, come che i panni avesse poveri in dosso, con
animo e con costume donnesco tutte le donne che a quelle vennero, e con lieto viso,
ricevette.
Gualtieri, il quale diligentemente aveva i figliuoli fatti
allevare in Bologna alla sua parente, che maritata era in casa de' conti da Panago,
essendo già la fanciulla d'età di dodici anni la più bella cosa che mai si vedesse, e
il fanciullo era di sei, avea mandato a Bologna al parente suo, pregandol che gli piacesse
di dovere con questa sua figliuola e col figliuolo venire a Saluzzo, e ordinare di menare
bella e orrevole compagnia con seco, e di dire a tutti che costei per sua mogliere gli
menasse, senza manifestare alcuna cosa ad alcuno chi ella si fosse altramenti. Il gentile
uomo, fatto secondo che il marchese il pregava, entrato in cammino, dopo alquanti dì con
la fanciulla e col fratello e con nobile compagnia in su l'ora del desinare giunse a
Saluzzo, dove tutti i paesani e molti altri vicini dattorno trovò, che attendevan questa
novella sposa di Gualtieri. La quale dalle donne ricevuta, e nella sala dove erano messe
le tavole venuta, Griselda, così come era, le si fece lietamente incontro dicendo: - Ben
venga la mia donna -. Le donne (che molto avevano, ma invano, pregato Gualtieri che o
facesse che la Griselda si stesse in una camera, o che egli alcuna delle robe che sue
erano state le prestasse, acciò che così non andasse davanti a' suoi forestieri) furon
messe a tavola, e cominciate a servire. La fanciulla era guardata da ogn'uomo, e ciascun
diceva che Gualtieri aveva fatto buon cambio; ma intra gli altri Griselda la lodava molto,
e lei e il suo fratellino.
Gualtieri, al qual pareva pienamente aver veduto quantunque
disiderava della pazienza della sua donna, veggendo che di niente la novità delle cose la
cambiava, ed essendo certo ciò per mentecattaggine non avvenire, per ciò che savia molto
la conoscea, gli parve tempo di doverla trarre dell'amaritudine, la quale estimava che
ella sotto il forte viso nascosa tenesse. Per che, fattalasi venire, in presenzia
d'ogn'uomo sorridendo le disse: - Che ti par della nostra sposa?
- Signor mio, - rispose Griselda - a me ne par molto bene;
e se così è savia come ella è bella, che 'l credo, io non dubito punto che voi non
dobbiate con lei vivere il più consolato signore del mondo; ma quanto posso vi priego che
quelle punture, le quali all'altra, che vostra fu, già deste, non diate a questa; ché
appena che io creda che ella le potesse sostenere, sì perché più giovane è, e sì
ancora perché in dilicatezze è allevata, ove colei in continue fatiche da piccolina era
stata.
Gualtieri, veggendo che ella fermamente credeva costei
dovere esser sua moglie, né per ciò in alcuna cosa men che ben parlava, la si fece
sedere allato, e disse: - Griselda, tempo è omai che tu senta frutto della tua lunga
pazienza, e che coloro, li quali me hanno reputato crudele e iniquo e bestiale, conoscano
che ciò che io faceva, ad antiveduto fine operava, vogliendo a te insegnar d'esser moglie
e a loro di saperla torre e tenere, e a me partorire perpetua quiete mentre teco a vivere
avessi; il che, quando venni a prender moglie, gran paura ebbi che non mi intervenisse, e
per ciò, per prova pigliarne, in quanti modi tu sai ti punsi e trafissi. E però che io
mai non mi sono accorto che in parola né in fatto dal mio piacer partita ti sii, parendo
a me aver di te quella consolazione che io disiderava, intendo di rendere a te ad una ora
ciò che io tra molte ti tolsi, e con somma dolcezza le punture ristorare che io ti diedi;
e per ciò con lieto animo prendi questa, che tu mia sposa credi, e il suo fratello: sono
i nostri figliuoli, li quali e tu e molti altri lungamente stimato avete che io
crudelmente uccider facessi; e io sono il tuo marito, il quale sopra ogn'altra cosa t'amo,
credendomi poter dar vanto che niuno altro sia che, sì com'io, si possa di sua moglie
contentare.
E così detto, l'abbracciò e baciò, e con lei insieme, la
qual d'allegrezza piagnea, levatosi, n'andarono là dove la figliuola tutta stupefatta
queste cose ascoltando sedea, e abbracciatala teneramente e il fratello altressì, lei e
molti altri che quivi erano sgannarono. Le donne lietissime levate dalle tavole, con
Griselda n'andarono in camera, e con migliore augurio trattile i suoi pannicelli, d'una
nobile roba delle sue la rivestirono, e come donna, la quale ella eziandio negli stracci
pareva, nella sala la rimenarono. E quivi fattasi co' figliuoli maravigliosa festa,
essendo ogn'uomo lietissimo di questa cosa, il sollazzo e ' festeggiare multiplicarono e
in più giorni tirarono; e savissimo reputaron Gualtieri, come che troppo reputassero agre
e intollerabili l'esperienze prese della sua donna; e sopra tutti savissima tenner
Griselda. Il conte da Panago si tornò dopo alquanti dì a Bologna, e Gualtieri, tolto
Giannucole dal suo lavorio, come suocero il puose in istato, che egli onoratamente e con
gran consolazione visse e finì la sua vecchiezza. Ed egli appresso, maritata altamente la
sua figliuola, con Griselda, onorandola sempre quanto più si potea, lungamente e
consolato visse.
Che si potrà dir qui, se non che anche nelle povere case
piovono dal cielo de' divini spiriti, come nelle reali di quegli che sarien più degni di
guardar porci che d'avere soprauomini signoria? Chi avrebbe, altri che Griselda, potuto
col viso, non solamente asciutto ma lieto, sofferire le rigide e mai più non udite prove
da Gualtieri fatte? Al quale non sarebbe forse stato male investito d'essersi abbattuto a
una, che quando fuor di casa l'avesse in camicia cacciata, s'avesse sì ad un altro fatto
scuotere il pelliccione, che riuscita ne fosse una bella roba.
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