ALTRI
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1)
Nasce nel 1778 a Zante (Zacinto), allora isola veneziana nel mar
Ionio. Mortogli il padre a 10 anni, si stabilisce a Venezia, dove vive in
ristrettezze, anche se riesce a frequentare l'università di Padova. In
politica si proclama subito rivoluzionario e giacobino. A 19 anni compone
e rappresenta con grande successo il Tieste, tragedia di contenuto
democratico dedicata a Vittorio Alfieri: all'oligarchia veneziana non
piace. 2)
Quando Napoleone scende in Italia, Foscolo si reca a Bologna,
capitale della Repubblica Cispadana, ove si arruola volontario tra i
cacciatori a cavallo, ottenendo la nomina a tenente onorario. Scrive
un'ode indirizzata A Bonaparte liberatore. 3)
Napoleone, intenzionato a sostituirsi agli austriaci in Italia,
entra nel Veneto, violando la neutralità della Repubblica di Venezia,
attraversa le Alpi e giunge fino a pochi km da Vienna. L'oligarchia
veneziana viene sostituita da un governo democratico-repubblicano: Foscolo
è segretario della municipalità. 4)
Napoleone però, invece di occupare Vienna, obbliga gli austriaci a
chiedere un armistizio. L'Austria così accetta la pace di Leoben e firma
il Trattato di Campoformio (1797) per i quali la Francia ottiene Belgio e
Lombardia, nonché le isole Ionie, i possessi veneziani in Albania e altri
territori, mentre l'Austria, a titolo di compenso per le perdute province
lombarde, si annette il Veneto, l'Istria e la Dalmazia. La Repubblica di
Venezia veniva smembrata e cessava di esistere. 5)
Grande delusione del Foscolo, che emigra da Venezia a Milano,
trasferendosi poi a Firenze. Matura idee patriottiche che non piacciono
agli ambienti giacobini. Combatte però a fianco dei francesi quando gli
austro-russi scendono in Italia, approfittando della presenza di Napoleone
in Egitto. Si distingue nella difesa di Genova assediata, riportando delle
ferite. Avanza per primo l'idea dell'indipendenza nazionale, senza trovare
grandi appoggi tra gli intellettuali italiani. Il governo francese lo
isola ostacolandogli prima la carriera militare poi quella accademica. 6)
Dopo la vittoria francese a Marengo, Foscolo, col grado di
capitano, svolge numerose missioni in Lombardia, Emilia e Toscana.
Intreccia varie relazioni amorose e contrae debiti di gioco. Dedica un
sonetto al fratello Giovanni, morto suicida per sottrarsi ad un processo
militare in cui era imputato sotto l'accusa di furto. 7)
L'opera più importante pubblicata in questo periodo sono le Ultime
lettere di Jacopo Ortis (1801-02), un romanzo epistolare che si ispira a
un giovane suicida veramente esistito. Il romanzo è ostile ai francesi,
in quanto denuncia il tradimento degli ideali di giustizia, libertà,
indipendenza (in seguito al Trattato di Campoformio). In questa critica
l'Ortis non ha precedenti in Italia. Il protagonista cerca nell'amore di
una ragazza, Teresa, il conforto per la sua disperazione politica, ma il
padre di lei l'ha destinata a un altro, più conformista e benestante. Il
romanzo si chiude coll'apologia del suicidio (visto come atto di
protesta). La cosa suscitò effetti deleteri sulla gioventù di allora,
tanto che il Foscolo, più tardi, si pentì d'aver scritto quell'opera,
che pur conobbe 4 edizioni, dal 1798 al 1817. L'Ortis però contiene, in
sintesi, tutti i temi fondamentali della sua poesia più matura:
l'eroismo, la gloria, il patriottismo, il culto delle tombe (p.es. Ortis
piange Dante a Ravenna), l'ammirazione per la natura e per l'ideale di
bellezza, l'angoscia per una vita considerata senza senso, ecc. La storia
ricalca lo stile di vita dell'eroe alfieriano, che lotta solo contro tutti
i tiranni e contro le ipocrisie del costume borghese, e trova la
liberazione nella morte. Alcuni critici lo ritengono anche un'imitazione
del Werther di Goethe. L'Ortis, infine, pur presentando una prosa viziata
dall'enfasi e dalla retorica, esprime per la prima volta in Italia una
nuova arte narrativa: il romanzo (qui di tipo "epistolare", che
però in Francia e in Inghilterra aveva già due secoli di vita. La novità
sta nel fatto che ragioni etico-politiche di vita s'intersecano con uno
stile romantico, dettato da sentimenti interiori. 8)
All'età di 26 anni ottiene di far parte, in qualità di capitano
della Divisione italiana (nell'esercito francese) ad una spedizione per
invadere l'Inghilterra: tentativo poi impedito dalle vicende europee
(invasione francese di Portogallo, Spagna e Stato Pontificio che si
rifiutavano di applicare il Blocco continentale (economico) contro
l'Inghilterra; in Spagna la guerriglia provocò circa 300.000 morti ai
francesi). 9)
Tornato in Italia, compone nel 1807 la sua opera più
significativa, i Sepolcri, ispirati dall'Editto napoleonico di Saint-Cloud
del 1804, che Foscolo temeva potesse estendersi anche all'Italia. Esso
vietava, per motivi igienici, la sepoltura dei morti nei pressi delle
chiese urbane e autorizzava solo quella nei cimiteri.extraurbani; inoltre
vietava, per motivi democratico-ugualitari, lapidi funebri più grandi di
altre e iscrizioni non sottoposte a controllo (gli epitaffi dovevano
essere messi sul muro di cinta del cimitero e non sulla lapide della
tomba). Foscolo invece sostiene che tra i morti e i vivi vi può essere
una "corrispondenza d'amorosi sensi", se gli uomini,
quand'erano, in vita, avevano avuto grandi ideali. Per cui il culto delle
tombe subirebbe un danno dall'applicazione dell'Editto. 10)
Praticamente con i Sepolcri inizia la poesia risorgimentale
italiana, in quanto attraverso il vincolo tra vivi e morti sorge il senso
dell'eroico e la rigenerazione della patria, contro austriaci e francesi.
I Sepolcri preludono anche al Romanticismo imminente, con il loro forte
senso della tradizione storica degli ideali, il senso del mistico, del
malinconico/nostalgico, ecc. 11)
Nel 1808 ottiene la cattedra di eloquenza all'università di Pavia,
ma nella prolusione rifiuta di fare un elogio a Napoleone, per cui questi,
dopo poche lezioni accademiche, lo sospende dall'insegnamento. Di questo
periodo è clamorosa anche la rottura col poeta Vincenzo Monti, che era
geloso della sua popolarità e mal sopportava le sue idee repubblicane. 12)
La rappresentazione della tragedia Aiace, nel 1811, fu tuttavia un
fiasco solenne: a ciò contribuì lo stesso Monti. Peraltro le autorità
francesi, giudicandola polemica, seppure in maniera allusiva, nei riguardi
di Napoleone, decisero di vietarla. Il Foscolo, invitato ad allontanarsi
da Milano, si trasferisce a Firenze, iniziando a lavorare alle Grazie. Le
idee pessimiste sul piano politico e fataliste su quello filosofico
dominano in questi anni: la sua poetica infatti tende a rifugiarsi nella
mitologia classica. 13)
Ritorna però a Milano quando, dopo la disfatta di Napoleone a
Lipsia, gli austriaci invadono la Lombardia. Combatte nelle file dei
francesi, sperando che si costituisca al più presto un regno italiano.
Con la fine di Napoleone, gli austriaci occupano di nuovo Milano. Le
autorità tentano di fare del Foscolo uno strumento del nuovo regime,
intavolando trattative per un giornale letterario a sfondo politico; la
condizione è quella di dover prestare giuramento all'Austria. Foscolo
decide di fuggire senza passaporto da Milano, dandosi a volontario esilio
in Svizzera (1815). Perseguitato dalla polizia austriaca, ripara a Londra
l'anno dopo, dove viene accolto con simpatia. Collabora come critico
letterario a varie riviste e giornali (solo di recente si è scoperta la
sua grandezza in questo settore letterario). Senonché la vita troppo
dispendiosa lo porta ben presto alla miseria. Muore nel 1827. Le sue ossa
vengono traslate nel 1871 nella chiesa di S. Croce a Firenze. IDEOLOGIA
E POETICA 1)
Sul piano politico, Foscolo mira a realizzare in Italia gli ideali
di libertà, giustizia, uguaglianza della Rivoluzione francese. La
delusione causata dal Trattato di Campoformio e l'atteggiamento
autoritario dei francesi in Italia, lo portano a un cupo pessimismo ma
anche alla convinzione che gli italiani devono realizzare una loro
indipendenza politica. Rifiuta infatti di collaborare con gli austriaci,
creando per così dire l'istituzione dell'esilio per motivi politici. 2)
Sul piano filosofico, Foscolo aderisce alle idee del sensismo
materialistico francese e ai valori laico-razionali dell'Illuminismo (di
cui ad es. condivide l'ateismo). In lui tuttavia vi sono delle
contraddizioni. La ragione ad es. lo porta a credere che la morte sia la
fine di tutto, ma il movimento della materia che tutto trasforma lo
angoscia: a questo preferisce opporre la sua "religione delle
illusioni". L'illusione è quella componente irrazionale della natura
umana che si ostina a credere in quei valori o ideali che non trovano
alcuna realizzazione nella vita quotidiana. Ad es. i morti non rivivono,
ma l'illusione della loro immortalità può ispirare i vivi a compiere
grandi imprese. 3)
La Poesia viene considerata come lo strumento migliore per
esprimere queste illusioni. Nel Sepolcri l'illusione è l'elemento che
permette all'uomo di continuare a vivere una vita che altrimenti sarebbe
priva di significato. Nelle Grazie (che si ispirano al gruppo marmoreo
dello scultore Antonio Canova), l'illusione si trasforma in mito e in
contemplazione della bellezza (Venere), dell'ingegno (Vesta) e della virtù
(Pallade) come fonte di civiltà. 4)
Nei Sepolcri, che sono un carme, il verso è sciolto e la rima (non
ovviamente la musicalità) è stata soppressa.
IL
CARME DEI SEPOLCRI A
Londra il Foscolo indicò il motivo occasionale dei Sepolcri: la notizia
che sarebbe stato esteso anche al Regno Italico l'editto napoleonico di
Saint-Cloud, emanato nel 1804. Sulla base di princìpi igienici ed
egualitari, esso vietava le sepolture nelle chiese e in città,
prescrivendo che fossero collocate in appositi cimiteri extraurbani e che
tutte avessero lapidi di uguale grandezza con brevi epigrafi sottoposte al
controllo di una commissione di magistrati locali. L'editto (che
correggeva, in parte, la normativa giacobina sulle fosse comuni) fu esteso
all'Italia nel 1806, quando i Sepolcri erano ormai conclusi. Il
Foscolo aveva discusso l'editto a Venezia con I. Pindemonte, il quale, con
scrupolo religioso, difendeva il culto cristiano delle tombe. Foscolo
invece aveva assunto l'atteggiamento del filosofo indifferente. Ma poi
pensò che il decreto negasse la funzione civile delle tombe, i sacri
diritti dei morti e una fonte sicura d'ispirazione alla poesia. La
poesia, infatti, per il Foscolo ha anche una funzione civile, secondo la
lezione di Dante, del Petrarca delle canzoni patriottiche, del Parini e
dell'Alfieri. La poesia deve cantare i fatti gloriosi degli eroi,
suscitando sentimenti di grandezza e di valori negli uomini. Lo
stesso Foscolo considerò i sepolcri politicamente: gli italiani dovevano
essere indotti a seguire l'esempio delle nazioni che onorano la memoria
degli uomini illustri (in primis l'Inghilterra). Quindi il culto delle
tombe doveva doveva dar vita al risorgimento politico della patria.
SCHEMA
LOGICO 1.
Le tombe non giovano ai morti, perché non restituiscono la vita. L'aldilà
non esiste. (vv. 1-22) 2
Le tombe sono utili ai vivi, perché alimentano la consolante
illusione che anche dopo la loro morte potranno comunicare con chi avrà
raccolto l'eredità dei loro affetti (Corrispondenza d'amorosi sensi.
Religione delle illusioni). La tomba è necessaria alla coscienza
collettiva. Non se ne cura solo chi non merita d'essere ricordato. (vv.
23-50) 3.
Prescrivendo il livellamento delle sepolture, il decreto offende il senso
comune della giustizia, che vuole distinti, anche dopo la morte, le
persone di valore da quelle comuni. Per l'iniquità di quel decreto, il
Parini non aveva un proprio sepolcro. (vv. 51-90) 4.
La religione del sepolcro è stata praticata da tutti i popoli civili. Gli
inglesi hanno ripreso l'antica tradizione di collocare i morti in
cimiteri-giardini per agevolare il contatto coi vivi. Naturalmente ciò è
possibile solo in quelle nazioni sensibili agli ideali della vita civile.
Il Foscolo chiedeva di avere una propria tomba adeguata. (vv. 91-150) 5.
Naturalmente i monumenti funebri dei grandi personaggi suscitano
sentimenti profondi solo a chi si sente degno di loro. Gli italiani, in
questo senso, dovrebbero andare a meditare sulle tombe di Machiavelli,
Michelangelo, Galilei e Alfieri, in Santa Croce a Firenze, per trovare la
forza di far rinascere la patria. Così come gli antichi eroi greci
dell'Iliade poterono ispirare alla vittoria i greci contro i persiani. (vv.
151-212) 6.
La tomba può anche promuovere azioni riparatrici a favore dei morti che
in vita patirono ingiustizie (come p.es. Aiace, che, essendo il più
valoroso, avrebbe dovuto ereditare le armi di Achille, ma che Ulisse con
l'astuzia gli sottrasse. Secondo il mito, quelle armi il mare le tolse
alla nave di Ulisse e le riportò sulla tomba di Aiace). In ogni caso la
funzione principale della tomba è quella di ispirare la poesia (p.es. sul
sepolcro di Ilo, fondatore di Troia, Omero trasse l'ispirazione
dell'Iliade, con cui saranno per sempre ricordati il coraggio dei soldati
greci e l'eroismo del troiano Ettore, caduto per la sua patria).
Messaggio
civile dei Sepolcri Questo
carme è conforme ai modelli dei grandi lirici greci (in primis Omero). I
valori morali e civili ch'esso esprime sono i seguenti: 1)
Amicizia, verso Pindemonte (amore comune per la poesia), verso i morti
(corrispondenza d'amorosi sensi), verso la natura (alberi, fiori, stelle
che tengono compagnia al morto). 2)
Amore, nel voto supremo di Elettra a Giove, nella donna innamorata che
prega sulla tomba, nello spirito animatore del canto di Petrarca. 3)
Bellezza, nella natura, nei cimiteri-giardini del rito pagano e inglese,
nel paesaggio di Firenze, nel mare, nella donna (Elettra). 4)
Affetti familiari, nelle urne confortate di pianto, nelle fanciulle
inglesi che visitano la tomba della madre, in Cassandra che guida i
giovani nipoti alle tombe degli avi e predice al fratello Ettore la
morte sul campo e la gloria eterna. 5)
Onestà civile, nel desiderio di compiere egregie cose (come il Parini) e
nel rifiutare l'atteggiamento dei ricchi borghesi e nobili del Regno
Italico (specie quelli di Milano). 6) Culto delle grandi memorie: a partire dal 150° verso i sepolcri hanno un valore oggettivo, in quanto garanzia delle tra |