Luigi Tripodaro
Giuseppe Bonghi
Appunti di Storia della Letteratura italiana
Teatro borghese e verista
Al primo tipo di teatro, caratterizzato
da temi borghesi e da toni antieroici e dimessi, oltre che dalla novità del dramma a tesi
(che intende dimostrare e affermare un dato contenuto morale, legato ad un certo modo di
pensare, che è quello delle classi medie del tempo) appartengono autori che portarono
sulle scene gli ambienti quotidiani, i problemi e le difficoltà della borghesia e degli
impiegati, sottolineando le miserie di questo ambiente, ma anche i valori e la forza
morale.
Fra i più importanti scrittori di questa
corrente notiamo Paolo Ferrari, modenese (Il duello, Il suicidio, Cause
ed effetti, commedie storiche (come Goldoni e le sue sedici commedie, Parini
e la satira), e Vittorio Bersezio, piemontese, che nelle Miserie d' Monsù Travet
in dialetto portò sulle scene il mondo, spesso misero e soffocante, degli impiegati, su
cui si afferma l'intima onestà e sanità morale del protagonista.
Gli autori più importanti del teatro
propriamente verista sono G. Verga, L. Capuana (Lu paraninfu, Malia, Cumparaticu),
Di Giacomo (Assunta Spina, A S. Franciscu), Nino Martoglio (S. Giovanni
decollato, Laria del continente, Larte di Giufà) e A.
Testori (Il cardinale Lambertenghi).
Colui che visse più fedelmente
l'esperienza verista fu M. Praga (Vergini, La moglie ideale), mentre tra
verismo e romanzo borghese si colloca il commediografo Giuseppe Giacosa (Tristi amori,
Come le foglie). A parte va considerato il veneto Giacinto Gallina (La famegia
del Santolo, I oci del cor, Zente refada).
© 2000 - by prof. Giuseppe Bonghi
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Ultimo aggiornamento: 16 luglio, 2000