Luigi Tripodaro
Giuseppe Bonghi

Appunti di Storia della Letteratura italiana

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La Scapigliatura milanese

         A partire dal 1860 si delineò in Italia una decisa reazione al Romanticismo, del quale si condannò in particolare la fase rappresentata dal Prati e dall'Aleardi, ossia il sentimentalismo, la tendenza all'evasione, l'esotismo. In generale, questo movimento fu visto come qualcosa di artificioso, di convenzionale, come un atteggiamento dettato dalla consuetudine e quindi privo di sincerità, di valori reali. L’opposizione si articolò in due direzioni: una decisa tendenza al realismo, che venne cercato anche negli aspetti più strani e squallidi della vita, e il ritorno alla tradizione dotta ed elegante ed all'imitazione dei classici. Questi due tipi di reazione sono rappresentati rispettivamente dalla Scapigliatura e dal classicismo carducciano.
         La Scapigliatura è una corrente formata da un gruppo di letterati ed artisti lombardi che operarono intorno a Giuseppe Rovani, il personaggio più cospicuo del movimento, tra il 1860 e il 1870, a Milano, sviluppando un nuovo modo di intendere la letteratura e creando le premesse di nuovi sviluppi letterari. Questi poeti reagivano sia contro le ultime manifestazioni del Romanticismo che contro la società stessa, che appariva al loro spirito come priva di slanci ed ideali, soggetta alle convenzioni ed ai pregiudizi. Pertanto, essi crearono una poesia nuova nel linguaggio, che appare prosaico e realistico, e nei temi, che si riferiscono a situazioni insolite e volgari o addirittura immorali, che vengono spesso trattate con spregiudicatezza e cinismo. Essi preferiscono gli aspetti ripugnanti e macabri della realtà, la malattia, il disfacimento, ricollegandosi al Naturalismo francese.
         Alla novità che questi poeti rappresentano nella letteratura italiana aggiunge significato il fatto che molti di essi ebbero un'esistenza ribelle, stravagante, disordinata. Essi vollero stupire ed impressionare la società del tempo con i loro atteggiamenti e portarono nella letteratura concrete esigenze di rinnovamento; contribuirono inoltre al superamento del provincialismo tipico della cultura italiana diffondendo il messaggio di poeti stranieri come Victor Hugo, E. Allan Poe, Charles Baudelaire, Heinrich Heine, ai quali essi a volte si ispirarono. Fra gli Scapigliati sono importanti, oltre al Rovani, Cletto Arrighi, che con il suo romanzo Scapigliatura (il cui titolo è la traduzione della parola francese bohème) diede il nome al movimento, E. Praga, A. Boito, Iginio Ugo Tarchetti, Giovanni Faldella, Alberto Cantoni, Carlo Pisani Dossi. Essi furono per lo più, oltre che poeti, pittori e coltivarono varie forme d'arte. La loro maggiore caratteristica è infatti, oltre ad una sensibilità torbida e ribelle, l’intima fusione tra arte e vita. Il loro atteggiamento non mancò di esercitare una certa suggestione sulla letteratura della fine dell'Ottocento.

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© 2000 - by prof. Giuseppe Bonghi
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Ultimo aggiornamento: 15 luglio, 2000