Luigi Tripodaro
Giuseppe Bonghi

Appunti di Storia della Letteratura italiana

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Giuseppe Ungaretti

         Giuseppe Ungaretti rappresenta una delle voci più originali ed importanti della letteratura contemporanea, sia per il suo messaggio che per l'impegno profuso nell'attività artistica. In lui notiamo una intima fusione tra le esperienze personali e quotidiane e l'attività poetica; notiamo anche la presenza di salde concezioni per quanto riguarda l'interpretazione della condizione umana e per tutto ciò che si riferisce al ruolo da assegnare alla poesia. Tali concezioni si arricchiscono continuamente, per cui è possibile tracciare, attraverso l’esame delle varie opere, una storia spirituale di Ungaretti. La prima fase di questa storia si ricollega alle vicende giovanili dell'autore ed in particolare all'esperienza della guerra.
         Il primo conflitto mondiale lasciò un segno indelebile nell'animo di Ungaretti ed in primo luogo lo indusse a concepire un’idea piuttosto drammatica della condizione dell'uomo ("Si sta / come d'autunno / sugli alberi / le foglie." – Soldati – ) ma anche lo spinse a notare una profonda unione e somiglianza fra i destini degli uomini e ad assumere un atteggiamento di solidarietà con i propri simili ("Di che reggimento siete / fratelli?" – Fratelli – ). Lo indusse soprattutto ad una scelta morale oltre che poetica, allontanandolo definitivamente dalle suggestioni di una letteratura elegante ed immaginosa e prospettandogli una missione importante nel campo letterario, ossia la lotta per il rinnovamento della poesia sul piano del contenuto e su quello del linguaggio.
         Alla visione drammatica della fragilità umana corrispose pertanto in lui un nuovo linguaggio fondato sulla ricerca di significati più veri delle singole parole insieme ad una serie rapidissima di confronti (analogie) fra vari termini concettuali espressi dalle singole parole. Un segno evidente di quest'arte e di questo orientamento fondamentale della storia dell'autore è rappresentato dalle prime raccolte fino all’Allegria. Dal linguaggio, che risulta spezzato e che è caratterizzato da una sofferta ricerca dell'essenzialità, si può notare l'attenzione dell'autore per le radici delle cose, ma si può anche rilevare l'urgenza e la sincerità del suo messaggio, caratterizzato da una profonda umanità. Esteriormente un tale linguaggio appare scarno e spezzato e si allontana dal respiro ampio del verso tradizionale, riducendosi in espressioni brevissime, tali da porre nel massimo risalto la potenza evocatrice della semplice parola.
         Nella fase successiva, che trova la sua principale espressione nella raccolta Il sentimento del tempo, mentre viene meno l'importanza del paesaggio, che tuttavia è presente ed è rappresentato ad esempio da quello laziale, così come nelle prime raccolte si individua lo sfondo del deserto e quello carsico o francese, si assiste soprattutto al passaggio dall'autobiografismo o da una visione soggettiva della vita e del dolore ad un accento corale, che diviene man mano più evidente e che trionferà nella fase finale della storia di Ungaretti, che è sintetizzata nella raccolta Il dolore. Parallelamente, si ha il passaggio dallo stile spezzato e scarno delle prime raccolte a soluzioni più ampie e ricche e ciò è frutto dello studio assiduo dell'autore nei confronti della tradizione letteraria italiana, da cui egli in ogni caso, non intese mai allontanarsi definitivamente. Ungaretti in realtà volle, in ogni epoca della sua vita, non disintegrare il discorso poetico, ma rinnovarlo profondamente e purificarlo; egli scopre pertanto la validità e l'efficacia della grande poesia italiana, le possibilità dell'endecasillabo tradizionale e di tali pregi arricchisce la sua espressione poetica, conservando però il lessico e lo spirito che sono più congeniali alla sua sensibilità ed al suo carattere e non concedendo nulla alla letteratura fine a se stessa ed all'eleganza.
         La scoperta del dolore come dimensione storica e profondamente umana è la nota fondamentale di questo periodo, così come lo è d'altra parte l’approfondimento del linguaggio poetico. Una fase di più profonda umanità, per la ricchezza delle conquiste spirituali e per gli approdi definitivi è rappresentata inoltre in Ungaretti da quell'insieme di meditazioni sofferte e di concezioni sagge e consapevoli che si riassumono soprattutto in due sezioni della raccolta Il dolore: Giorno dopo giorno (17 liriche) e Roma occupata. Nella prima, il tema del dolore ha un respiro personale e si accentua in particolare intorno alla rievocazione che il poeta fa della morte del figlio, ma non giunge a situazioni ed a soluzioni negative, bensì è occasione di ampie meditazioni. La stessa cosa avviene, ma con conseguenze piùimportanti sul piano spirituale, nella seconda, dove la visione del dolore e delle sofferenze degli uomini in preda alle mostruosità della guerra, induce il poeta non solo a meditare ma anche a scoprire i significati universali della vita umana e ad avvicinarsi alla fede tradizionale ed infine a capire l'intima grandezza del dolore stesso, che conferisce una nuova dimensione, profondamente vera all'uomo, in particolare ad Ungaretti, che giunge, per la sua appartenenza alla dimensione del dolore, alla consapevolezza di non essere solo ("di un pianto solo mio non piango più) e parallelamente ad un tono e ad un’espressione poetica contrassegnata da uno spirito di coralità.
         Questa è la conclusione del suo messaggio, che si configura in una lezione di equilibrio e di sincerità. Infine non vanno dimenticati, in Ungaretti i lavori di traduzione e gli studi critici su vari autori della letteratura italiana, con i quali egli diede un saggio dei suoi gusti e dei suoi interessi.

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Ultimo aggiornamento: 17 luglio, 2000