Luigi Tripodaro
Giuseppe Bonghi
Appunti di Storia della Letteratura italiana
Il Futurismo
Il Futurismo parte dall'esigenza, già affermata dai Crepuscolari, di un
completo distacco dalla tradizione, giungendo però a risultati rivoluzionari e spesso
paradossali, anche perchè non esaurisce la sua azione polemica nel campo puramente
letterario ma lotta anche contro i vari aspetti della vita del tempo e si manifesta in un
atteggiamento di delusione e di sconforto, di sfiducia e di stanchezza, di rinuncia, di
scetticismo e di nostalgia e accoglie, come il Crepuscolarismo, temi motivi e tecniche
d'oltralpe.
Questo movimento, se non produsse alcuno
scrittore veramente valido suscitò tuttavia grande scalpore in tutta Europa, esercitò
una funzione complessivamente liberatrice nei confronti dell'arte tradizionale, influenzò
movimenti artistici d'avanguardia. (In Russia, per esempio, la polemica
antitradizionalista dei futuristi e dei cubo-futuristi di Mosca assunse, in opposizione al
bellicismo di Marinetti, il significato di rivolta contro la società e la guerra).
Ufficialmente, il Futurismo
nasce il 22 febbraio 1909, quando viene pubblicato sul giornale francese Le figaro
il primo manifesto, formulato da Filippo Tommaso Marinetti; il movimento, partendo dai
tentativi di rinnovamento delle strutture del discorso poetico operati da d'Annunzio e da
Pascoli si ricollega in particolare ad un aspetto fondamentale del Decadentismo, ossia
all'irrazionalismo, al culto dell'individuo, pur sfociando in soluzioni
esagerate e spesso velleitarie.
Bisogna anzitutto rileggere il primo
manifesto per poter scorgere chiaramente le radici, i fondamenti, gli orientamenti del
movimento, che, oltre al campo artistico si propose di influenzare quello morale e
politico e culturale, la concezione stessa della vita; per comprendere come esso rientri
in quella corrente culturale, morale, artistica che si inizia col dAnnunzio e culmina col
fascismo, e ne esprime gli aspetti più vistosi; per rendersi conto di quanto esso abbia
potuto influire sul fascismo.
Esso sviluppa in particolare
l'esaltazione dell'impeto e della energia, preannunciata dall'opera dannunziana, e volle
presentarsi come l'espressione del dinamismo e dell'attivismo, propri del mondo moderno,
di cui il Futurismo celebrò determinati aspetti, come la macchina, le ultime conquiste
tecnologiche e scientifiche, la velocità. Non accettò, dal passato, lordine,
lequilibrio, rifiutando, nel campo letterario, le varie poetiche ed anche lo stesso
linguaggio tradizionale. Abolì infatti la sintassi, gli avverbi e gli aggettivi e propose
di usare "parole in libertà" perchè sono le semplici parole le basi
dell'espressione ed, usate spontaneamente, in modo apparentemente disordinato, esprimono,
secondo i futuristi, i reali moti dell'animo e del pensiero. A parte le esagerazioni e la
incapacità di questi letterati di creare vera poesia, dobbiamo riconoscere al movimento
il merito di aver dato un altro grave colpo ai moduli letterari propriamente tradizionali
e di aver aperto la strada ad una letteratura più consona al nostro
tempo.
Tra le altre personalità che ad esso
appartengono, sono da ricordare Soffici, Papini, Govoni, Palazzeschi, senza però tacere
il fatto che per questi scrittori il Futurismo rappresentò in genere una breve esperienza
letteraria, che essi superarono approdando a soluzioni nuove e più personali.
© 2000 - by prof. Giuseppe Bonghi
E-mail: Giuseppe Bonghi@fausernet.novara.it
Ultimo aggiornamento: 18 luglio, 2000