Luigi Tripodaro

Appunti di Storia della Letteratura italiana

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Il Decadentismo

         A partire dal 1885 si afferma in Francia un nuovo orientamento della cultura, che si oppone al positivismo, di cui non condivide la fiducia nella scienza, l’ottimismo circa il progresso dell'uomo ed il modo stesso di impostare gli studi e le ricerche letterarie, sociali, filosofiche. Tale opposizione si ricollega ad uno degli aspetti fondamentali del Romanticismo, ossia allo spiritualismo. Ciò determina il ritorno al soggettivismo ed ai grandi temi romantici, che appaiono però profondamente ridimensionati. La nuova sensibilità, infatti, non condivide la fiducia propria del primo Romanticismo in ideali di portata universale, così come è incapace di accettare e di accogliere qualsiasi convinzione o certezza e rimane smarrita e in contemplazione di fronte al mistero. Essa vede nella filosofia e nella scienza non dei valori che servono a rendere l'uomo consapevole della propria condizione e libero, bensì come dei mezzi che della vita scoprono l'intima irrazionalità e le contraddizioni.
         Alle idee ed ai contenuti universali propri del Romanticismo, il nuovo movimento oppone il senso dell'assoluta individualità, ossia il concetto dell’uomo inteso come entità isolata nel nulla ed in preda al mistero e all'angoscia. Si diffonde nello stesso tempo un senso di sfiducia nei confronti della società, che appare impostata secondo regole prive di intima verità e fondatezza. Alla formazione del clima di incertezza e di crisi che da ciò deriva, contribuiscono in vario modo alcune teorie destinate a suscitare vaste ripercussioni nei vari campi della cultura e del pensiero. Sono importanti, ad esempio, le posizioni assunte da filosofi e pensatori o studiosi come Nietzsche, Freud, Bergson, che in genere scoprirono nuovi ed importanti campi di indagine e di riflessione e dimostrarono l'inadeguatezza del pensiero e della cultura tradizionali di fronte alla necessità dell'uomo moderno.
         I primi sintomi di questo vasto movimento, che va sotto il nome di Decadentismo, si avvertono in Francia, dove sono rappresentati dall'atteggiamento e dalla sensibilità di poeti come Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Stephan Mallarmé. Questi poeti si oppongono alla letteratura tradizionale e soprattutto alle regole sociali del loro tempo, affermando esigenze di libertà e di individualismo e formulando un nuovo modo di intendere la poesia e la letteratura. Per Rimbaud, in particolare, la poesia va intesa come l'unico mezzo, venute meno le certezze positivistiche, per conoscere la realtà, l’essenza vera delle cose, ed il poeta è il veggente, ossia colui che è in grado di giungere alla realtà delle cose, grazie ad intuizioni improvvise e folgoranti.
         Da questo modo di intendere la poesia deriva naturalmente la necessità di un nuovo metodo e di un adeguato strumento di espressione. Pertanto, egli afferma che occorre "dare un senso più puro alle parole della tribù" ed alla precisione, linearità e compiutezza di esposizione, che caratterizzano la letteratura tradizionale, contrappone un linguaggio rarefatto ed ermetico. Così, alla concretezza ed all'evidenza propria della poesia tradizionale per quanto riguarda i contenuti contrappone una serie di simboli, che però non sono da intendere come dati logici e di chiara interpretazione (come vediamo in Dante), bensì come dati da interpretare per mezzo dell'intuito ed in modo necessariamente approssimativo. Con ciò si tende, in sostanza, a far sì che la poesia dia voce all'inesprimibile e si pongono le premesse di uno dei principali canoni del Decadentismo, secondo il quali l'arte ha come scopo la conoscenza e si serve, per raggiungere tate scopo, di un nuovo linguaggio.
         I testi fondamentali in cui è affermata questa concezione sono la Lettera del Veggente di Rimbaud (per i fini che la poesia si propone) e l'Arte poetica di Verlaine (per i mezzi di cui essa si serve). Cadono la rima, l’eloquenza, l’eleganza e la poesia accoglie suggestioni ed aiuti da altre espressioni artistiche (ad esempio la musica ed in particolare quella di Wagner) e diventa un'attività per iniziati, ossia per coloro che ne condividono i mezzi e gli scopi. L’approdo a queste concezioni è determinato anche dalla completa incapacità di molti fra gli intellettuali e gli artisti di condividere il messaggio tradizionale della poesia e dalla loro convinzione di essere degli epigoni, di far parte della dissoluzione e della inesorabile decadenza di un mondo, di cui essi testimoniano lo sfacelo; da ciò derivano quegli atteggiamenti e quei gusti che vennero appunto definiti come decadenti con un senso di condanna da parte della cultura tradizionale e che rappresentano la premessa della sensibilità e della letteratura moderna.
         Le prime fasi di questa sensibilità sono rappresentate dal distacco dell'artista e dal disagio nei confronti della società, oltre che dalla sua consapevolezza di essere depositario di una possibilità che ad altri è negata e che è quella di rendersi conto del mistero e dei problemi umani. Questo distacco deriva dal rifiuto delle norme e dei valori che regolano la vita civile e la stessa società ed è condiviso per altri motivi e con altre soluzioni, nello stesso periodo dalle correnti di pensiero che andavano affermandosi in Europa. Mentre però queste correnti, ad esempio il Marxismo, attaccavano la società per motivi politico sociali, i poeti l'attaccano per motivi estetici, in quanto vedono in essa volgarità, cattivo gusto, ansia di guadagno, incapacità di comprendere l'arte; essi si rifugiano perciò, invece di tentare di trasformare la realtà nel senso della giustizia e del progresso come avrebbero fatto i romantici, nella contemplazione della arte, in un mondo aristocratico e raffinato, ossia nell'atteggiamento che è stato definito Estetismo. Manca infatti al Decadente la forza di lottare, poichè egli, diversamente da quanto avviene all'eroe romantico (che sostiene valori universali come quelli che si identificano con la patria e la gloria) non può contare su nessuna certezza e può solo abbandonarsi alla riflessione ed alla contemplazione.
         Il primo tipo di uomo elaborato dal Decadentismo è l'esteta, che troviamo nelle formulazioni più complete in opere come Il piacere del D'Annunzio, À rebours di Huysmans, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. In seguito, le teorie di Nietzsche, contenute in opere come Così parlò Zaratustra (1883) e Al di là del bene e del male (1881), oltre ad attaccare la società del tempo, offrirono all'ansia di grandezza, all'indefinita aspirazione di originalità dei decadenti, un nuovo mito, che è quello del superuomo. Nello stesso tempo ampliarono i temi del Decadentismo e ne approfondirono il significato e le concezioni le teorie di Bergson, di cui è importante l'influsso soprattutto nel campo letterario. La sua affermazione secondo la quale, tramite l'istinto, che nel suo più alto grado diventa intuizione, noi cogliamo nel profondo il divenire stesso della società, o meglio della realtà stessa, si avvicina alle idee dei poeti francesi, così come la concezione che il filosofo ha del tempo non è una intuizione isolata, ma trova delle corrispondenze in opere significative ed in autori che interpretarono in modo profondo lo spirito del loro tempo.
         È notevole in particolare, a questo proposito, l’esempio di Proust (Alla ricerca del tempo perduto). Sulla scia dell'irrazionalismo, che è una componente essenziale della spiritualità decadente, si colloca l’opera di Freud, dalla quale si deduce tra l'altro una completa opposizione nei confronti della civiltà e della società stessa che, secondo l'autore, è basata sull'ipocrisia, sul soffocamento di alcune caratteristiche dell'uomo, sulle convenzioni; inoltre l'elaborazione, da parte di questo studioso, di una nuova scienza, la psicoanalisi, da una parte testimonia il nuovo orientamento della letteratura e della poesia che, mentre nel Romanticismo studiavano lo spirito ed il sentimento, ora si occupano di una nuova dimensione inesplorata, che è l'inconscio e dall'altra non mancherà di esercitare profonde influenze sulla narrativa moderna, come testimoniano le opere di Svevo e di Joyce.
         Pertanto il Decadentismo, nella sua prima fase, appare caratterizzato da una notevole complessità e spesso da manifestazioni esagerate ed appariscenti. Tali aspetti, però, contengono, fin dalla loro origine, una profonda consapevolezza, in quanto derivano da effettive necessità dello spirito. Essi si ricollegano sostanzialmente all'esigenza di una poesia nuova ed alla necessità di trovare, mediante l'arte, delle certezze o di esprimere almeno il disagio dell'uomo moderno. Dopo le originarie manifestazioni rivoluzionarie e teatrali, rappresentate, ad esempio, dall'Estetismo e dal Superomismo, il nuovo movimento si identifica in gran parte con la scoperta di una nuova dimensione del nostro essere, di cui è posta in evidenza la solitudine, l’ansia, la problematicità. In Italia il Decadentismo assume varie espressioni, a partire dalle personalità poetiche del Pascoli e del D'Annunzio, dall'esperienza di Gozzano e dei crepuscolari, nonché dal messaggio di Svevo e Pirandello, dal Futurismo fino all'Ermetismo che, accogliendo l'influsso del simbolismo (Mallarmè) elabora una nuova poesia, che sviluppa il tema del mistero e della solitudine.

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Ultimo aggiornamento: 16 luglio, 2000