Volume
autobiografico in cui Thomas Bernhard scrive della sua adolescenza di
ragazzo poco adattabile alle aspettative familiari e sociali. Ambientato a
Salisburgo, all'epoca del secondo conflitto mondiale, la vicenda vede
dapprima il piccolo Thomas vivere l'euforia avventurosa della guerra, per
sperimentarne poi le angosciose brutture, rese nel libro con grande forza
immaginativa ed espressiva.
Figlio poco amato di una madre che fuggirà da un primo opprimente
matrimonio con un uomo molto più anziano di lei, Bernhard conosce la
realtà di un collegio, nazionalsocialista prima e cattolico poi, retto da
autorità ottuse e violente che lo costringono a vivere nella paura. Anche
al ginnasio, che frequenta per non deludere i desideri del nonno,
che intende fare di lui un personaggio eminente, non si trova a suo
agio. Anche qui sperimenta mediocrità ed ottusità e un clima del tutto
sfavorevole all'apprendimento vivo e all'espressione del talento. Dal
ginnasio fuggirà per andare a fare l'apprendista nel negozio di
alimentari di Podlaha, vicenda narrata nei dettagli da Bernhard stesso nel
volume La cantina.
Il modello scelto dallo scrittore di lingua tedesca nei suoi scritti
autobiografici è Montaigne, che Bernhard dice di amare. Un amore,
quello per Montaigne, instillatogli dal nonno, l'unico della famiglia a
prendersi a cuore con affetto e partecipazione la formazione umana e
spirituale del ragazzo.
Il libro è il solito concentrato di osservazioni scintillanti
sull'esistenza, sul sistema educativo e sull'ipocrisia, il filisteismo e
la violenza della società austriaca, cui ci ha abituato la narrativa di
Bernhard. Le affermazioni contenute nell'opera sono recise, caustiche e
profonde e sbriciolano senza appello tutte le certezze e i luoghi comuni, costitutivi della sovrastruttura ideologica piccolo-borghese. Un altro
libro riuscito.
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