Salvator Rosa
La poesia
(satira)
Note
- nota 1 - Il Rosa intende con colonne spezzate e rotti
marmi la decadenza della poesia classica, ridotta dai poeti suoi contemporanei a
semplice gioco di parole e di bislacche metafore.
- nota 2 - Frontone Marco Cornelio, retore africano, nato a Cirte
in Numidia nei primi anni del II secolo d.C., fu a Roma il più famoso oratore e retore
del suo tempo; accoglieva i discepoli, artisti e poeti, sotto i platani della sua villa,
come ci descrive anche Giovenale nella sua I Satira, mentre guardava le
rotte colonne e i marmi distrutti della gloria passata; dall'Imperatore Antonino Pio gli
fu affidata l'educazione dei futuri imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero. Frontone morì
nel 166.
- nota 3 - Ascra era una città della Beozia, sacra alle Muse; furore
ascreo nel linguaggio classico era sinonimo di furore poetico, un furore mal
posto, perché i poeti contemporanei sono troppi, più di quanti sono stati gli eroi che
hanno combattuto, con nobilissimi fini, a Maratona
- nota 4 - ribeche: ribeca, variante di ribeba, strumento
ad arco con due o tre corde; deriva dalla parola araba rabâb (VII-VIII secolo),
piffero dei pastori, passata nella lingua spagnola col nome di rabel, dove questo
strumento era conosciuto già nel secolo IX e successivamente nella lingua provenzale; la
variante ribeca dipende forse da un incrocio con la parola bec, che richiama
la forma dello strumento, appunto il becco di un uccello.
- nota 5 - prigionieri alati: sono i venti, i dodici figli
(sei maschi e sei femmine che si sposarono fra loro) di Eolo, amico di Zeus, che gli aveva
dato l'incarico di tenere a freno i venti in un vasto antro in una delle isole Lipari,
dove si trovava anche la reggia del dio;
qui di seguito sono elencati alcuni soggetti 'cantati' dai poeti, tutti tratti dalla
mitologia.
- nota 6 - lazie togate, e palliate argive: alcune
commedie sono dette togate e altre palliate da toga e pallio, vestimenti
rispettivamente dei Romani e dei Greci; questa distinzione è riscontrabile già presso
Quintiliano.
- nota 7 - Aquini: località (presso Montecassino) in cui
nacque fra il 50 e il 70 d.C. Giovenale, celebre poeta satirico romano.
- nota 8 - Aurunca: a Sessa Aurunca, cittadina a nord di
Caserta, nacque Gaio Lucilio forse nel 180 a.C., scrittore di Satire che ci offrono
un quadro della società romana della fine del secondo secolo, anche se parziale perché
l'opera ci è giunta incompleta.
- nota 9 - Pindo: monte della Grecia consacrato ad Apollo
e alle Muse. Nella mitologia si narra che i Centauri si rifugiarono alle pendici del monte
Pindo, quando Ercole li scacciò dal monte Pelio.
- nota 10 - Dirce: fontana che si trovava non lontano
dalla città di Tebe in Grecia e sacra alle Muse; Orazio definisce Pindaro 'cigno della
fontana di Dirce': per questo il Rosa dice che i poeti vanno a Dirce per mettersi sulla
chioma la corona di poeta.
- nota 11 - Nume Grineo: così viene definito Apollo, dal
nome della città di Grinio, nella regione greca dell'Eolia, luogo nel quale c'era un
tempio a lui dedicato
- nota 12 - Archiloco: vissuto a Paro nel VII secolo
a.C., figlio di un nobile e di una schiava di nome Enìpo; fu poeta satirico, scrittore di
Giambi, poesie tanto ingiuriose che rimasero proverbiali in tutta l'antichità per
la loro violenza;
- Tirteo: poeta ateniese del VII secolo a.C., vissuto a Sparta; autore delle Elegie:
in una delle quali scrive che È bello morire, cadendo in prima fila, per l'uomo prode
che combatte per la sua patria; fu il poeta del valore guerriero tipico degli
spartani;
- dardo teban: allude a Pindaro, grande poeta tebano vissuto nel V secolo a.C., il
quale paragonava i suoi versi a strali (la similitudine verrà ripresa da molti poeti
italiani del sei-settecento
- nota 13 - corno cidonio: allude ai celebri archi che
venivano costruiti nella città di Cidone, che si trova nell'isola di Candia.
- nota 14 - plettro bistonio: è la lira di Orfeo, mitico
poeta figlio di Eagro re della Tracia e della musa Calliope, vissuto prima di Omero e
ineguagliabile suonatore della cetra, regalatagli dal dio Apollo, alla quale aggiunse
ancora due corde alle sette preesistenti; ebbe come maestre di musica le Muse.
- nota 15 - Eumolpo ... Petronio: Eumolpo fu un poeta
importunissimo, che anche parlando affettava l'uso della versificazione poetica; è noto
perché citato da Petronio Arbitro nell'opera Satyricon, in cui gli dà
copertamente della bestia, raccontando che mentre recitava alcuni versi sulla conquista di
Troia da parte dei Greci, alcuni ascoltatori gli avevano lanciato contro delle pietre.
- nota 16 - Cirra: città della Macedonia cara ai poeti e
alle Muse.
- nota 17 - Parnaso: monte della Focide, regione della
Grecia centrale, sacro ad Apollo e alle Muse; dalle sua falde scaturiva la fonte Castalia,
sacra alle Muse e ai poeti, che si credeva introducesse al regno dei morti, le cui acque
servivano nelle cerimonie di purificazione nel tempio di Apollo a Delfi; del Parnaso fanno
parte le rupi Faidrìadi dalle quali venivano precipitati e bestemmiatori e i ladri di
oggetti sacri. Secondo la mitologia sulla sua vetta si fermò la barca di Deucalione
quando si ritrassero le acque del Diluvio.
- nota 18 - Ermo ... Arimaspe: Ermo e Coaspe sono due
fiumi: il primo scorre nella Lidia (Asia Minore) e trascina oro (oggi si chiama Sarabad o
Kodos), il secondo è un fiume della regione di Susa, celebre per le sue acque limpide e
leggere, che i re di Persia bevevano e portavano sempre con sé in vasi d'argento durante
le loro spedizioni
- Sperchio: Sperchèo, fiume della Tessaglia, Ftiotide, che nasce dal Monte Pindo e
sbocca nel golfo Maliaco, celebre per l'amenità delle sue rive; oggi si chiama Alamana
- Ormus: colonia portoghese nelle Indie, famosa per la pesca delle perle;
- Tiro: antica citt&grave fenicia, famosa per la pesca delle murici, da cui si
traeva la porpora;
- Tago: fiume portoghese, noto per le sue sabbie aurifere;
- Idaspe: fiume dell'India, affluente dell'Indo;
- Arimaspe: nome di un favoloso popolo, che abitava presso i monti Rifei e
combatteva contro il popolo dei Grifi per il possesso dell'oro; venivano rappresentati con
un occhio solo;
- nota 19 - Clavio: uno dei tanti appellativi del dio
Apollo, da Clavo, isola in cui era venerato.
- nota 20 - Clizio Dio: curioso ennesimo appellativo di
Apollo dal nome di Clizia, la ninfa da lui amata e che i poeti finsero trasformata in
girasole
- nota 21 - Minerva: si narra che tutta armata nascesse
dal cervello di Giove quando questi ebbe inghiottito la sua prima moglie Metide; era la
dea della guerra e dell'intelligenza e sue caratteristiche erano la forza e la prudenza.
- nota 22 - pania: qui nel significato di lusinga,
inganno.
- nota 23 - Libetro: città dell'antica Tessaglia (o
Beozia?), presso la quale in una grotta si trovava la fonte Libetra, sacra alle Muse.
- nota 24 - aganippeo polledro: il puledro è Pegaso, che
con un colpo d'unghia fece scaturire la fonte Aganippe presso Tespia in Beozia, che
infondeva l'estro poetico a quanti bevevano le sue acque sacre alle Muse.
- nota 25 - Sinedro: vocabolo di origine greca
significante uno che siede insieme con gli altri; significa anche consigliere, da cui
deriva l'ebraico Sinedrio, come luogo in cui delle persone seggono insieme.
- nota 26 - Palla: Pallade-Atena (vedi nota 21), era
anche dea delle arti e delle scienze e insegnò ai cittadini a domare i tori, donò agli
uomini l'aratro e l'arte del fuoco, e alle donne l'arte di filare, tessere e tingere; in
particolare Pallade significava la vergine, o colei che scuote l'asta.
- nota 27 - Febo: Apollo, figlio di Giove e di Leto, o
Latona, nato ai piedi del monte Cinto nell'isola di delo, insieme alla sorella gemella
Artemide, dove Leto si era rifugiata a causa delle persecuzioni di Era (Giunone) moglie di
Giove che aveva scatenato contro di lei il drago Pitone; Apollo è una divinità solare,
dio, tra l'altro, della salute e della bellezza, della gioventù, della profezia e della
poesia e condottiero delle Muse (Musagete).
- nota 28 - Amaltea: nome della capra che allattò Giove
bambino, dopo la sua nascita a Creta e che per ricompensa venne posta fra le stelle.
Essendosi una volta rotto un corno contro un albero, le Ninfe lo raccolsero e lo
coronarono di fiori; Giove promise loro che dal corno sarebbe scaturito tutto ciò che
avessero desiderato: è questo il corno dell'abbondanza o cornucopia.
- nota 29 - Cefìso: fiume della Grecia settentrionale,
che attraversa le regioni della Focide e e della Beozia; nasce presso Lilea, vicino al
monte Parnaso sacro alle Muse, e sfocia nel golfo dell'Eubea.
- nota 30 - magnano: da manus, chi lavora il
ferro, specialmente per farne lavori minuti come chiavi, serrature, a differenza del
fabbro che fa lavori più grossi.
- nota 31 - zibetto: dall'arabo zabad, sostanza
odorosa muschiata, molto usata in medicina e in profumeria, derivata dalla secrezione di
particolari ghiandole perineali dello zibetto, carnivoro della famiglia dei
Viverriformi diffuso in Africa e in Asia.
- nota 32 - itaco Nessuno: Ulisse, personaggio dell'Odissea
di Omero, in cui si raccontano le peripezie di Ulisse, durate dieci anni, per il
Mediterraneo nel viaggio di ritorno da Troia a Itaca, tra le quali l'avventura col gigante
Polifemo, al quale aveva detto di chiamarsi Nessuno, dal quale nasce un equivoco
che permette ad Ulisse di salvarsi la vita (Odissea, libro IX).
- nota 33 - sonetto di Anton Maria Narducci.
- nota 34 - poesia di
- nota 35 - poesia di
- nota 36 - zaccare: macchia di fango che resta attaccata
ai vestiti; per traslato: bagattella.
- nota 37 - Priapo: allude alla Satira in cui Orazio
parla di Priapo: un giorno un inutile tronco di fico, mentre falegname era incerto se
farne uno scranno o una statua di Priapo, desiderò essere un dio;
- nota 28 - allude all'Ars poetica di Orazio: parturient
montes, nascetur ridiculus mus.
- nota 39 - Clitorio: da Ovidio, Metamorfosi:
chi beve alla fonte Clitoria ha in odio il vino e astemio gode della pura acqua; la fonte
Clitoria sorgeva nel territorio della città, di Clitorio, oggi rovine di Paleopoli,
nell'Arcadia (Grecia).
- nota 40 - Eufrone: poeta greco, autore di commedie,
citato da Ateneo nel primo libro delle Cene dei Savi, in cui paragona il poeta al
cuoco, affermando che in ogni professione occorre maestria.
- nota 41 - serie di nomi di Accademie di poeti del Seicento.
- nota 42 - Fabbriche del Mondo: allude al Dizionario
della lingua Toscana di Francesco Alunno, ferrarese, che era stato pubblicato
col titolo Fabbrica del Mondo.
- nota 43 - Bavio e Mevio sono 'poeti' biasimati da Virgilio in
una delle sue Bucoliche, come compositori di cattivi versi.
- nota 44 - Infarinati: altro nome di Accademia cui
apparteneva l'accademico che preferì il Morgante del Pulci alla Gerusalemme
Liberata del Tasso.
- nota 45 - Verre: governatore romano della Sicilia,
celebre per le sue ruberie, contro il quale abbiamo una celebre orazione di Cicerone
pronunciata in un processo che rimase negli annali della storia romana.
- nota 46 - Il Rosa si riferisce a Cicerone, che compose un
celebre trattato: Rethorica ad Herennium, del quale viene creduto autore anche un
certo Cornificio.
- nota 47 - Zanni: voce bergamasca: arlecchino, buffone;
in origine era un servo sciocco nelle commedie popolari.
- nota 48 - Pecore serve: allude ad Orazio che così
definì gli imitatori.
- nota 49 - Cloto: Una delle tre Parche, insieme a
Lachesi e Atropo.
- nota 50 - iam satis: parole tratte da un'ode di Orazio;
"mi fa sovvenire l'ingegnosa applicazione che ne fece a un nobil proposito un
grandissimo ingegno e amatore parzialissimo di questo poeta, il cardinal Nelli, il
vecchio, il quale nell'occasione, che una principessa di Toscana, fanciulla d'elevato
spirito fece risoluzione d'entrare nel monastero della crocetta di Firenze, inventò per
le medaglie da essa fatte dispensare nel giorno della sua monacazione alle sue damigelle,
e ad altre dame amiche, il baco da seta, che uscendo dal bozzolo, è diventato farfalla,
col motto «iam satis terris»." (Anton Maria Salvini)
- nota 51 - Euterpe: nome di una delle nove Muse:
presiedeva al canto lirico ed era considerata l'inventrice del flauto e di altri strumenti
musicali; era raffigurata come una fanciulla coronata di fiori in atto di suonare il
flauto o con in mano il doppio flauto;
- Talìa: nome di una delle nove Muse: presiedeva alla poesia pastorale, semplice e
giocosa e alla commedia; era rappresentata con in mano la maschera comica e una verga
pastorale e una corona di edera.
- nota 52 - figulei: vasai, lavoratori d'argilla.
- nota 53 - Samosateno: Luciano di Samosata, scrittore
greco del II secolo d.C., nato in Oriente, a Commagene, cittadina della Siria, autore di
celebri Dialoghi;
- Ceo: Simonide, detto Ceo dal nome della città natale nel 556 a.C.; morì
in Sicilia ad Agrigento verso il 468, autore di celebri Odi.
- nota 54 - Arpocrati: presso gli antichi egiziani era il
dio Horus il fanciullo; veniva rappresentato spesso colla madre Iside nell'atto di
portarsi l'indice della mano destra alla bocca, e forse per questo i Greci, interpretando
erroneamente il gesto, lo considerarono il dio del silenzio.
- nota 55 - Busiri: allude all'Encomio di Busiride,
scritto da un certo Policrate per il crudele tiranno egiziano; in seguito Isocrate trattò
di nuovo l'argomento.
- nota 56 - Demagora: parsonaggio ateniese che, come
racconta Plutarco, fu condannato perché aveva dato titolo di dio ad Alessandro.
- nota 57 - Favorino: allude a Favorino il Retorico, che
scrisse un 'Encomio di Tersite', personaggio fastidioso e impertinente dell'Iliade.
- nota 58 - Cintia falciata: Diana, identificata con la
dea greca Artemide, detta anche Luna.
- nota 59 - Tule: mitica isola settentrionale dell'Oceano
Atlantico (identificata con l'Islanda);
- tirintia: antica città dell'Argolide, importante prima delle invasioni doriche,
centro di resistenza degli Achei contro l'invasione di questi ultimi; fu distrutta da Argo
nel 468 a.C.
- nota 60 - Astrea: vergine stellare, altro nome di
Diche, dea greca della giustizia, figlia di Zeus e di Temi (altre tradizioni la fanno
figlia di Astreo re d'Arcadia e di Eos mentre attribuiscono questo nome a Rea, moglio di
Kronos); era una delle Ore, proteggeva i tribunali ed era severa e inflessibile punitrice
dei delitti; le leggende concorrono nel narrare che la dea volle scendere sulla terra e
visse tra gli uomini durante l'età dell'oro, poi salita al cielo, avvilita per la
cattiveria degli uomini, tra gli dèi, è diventata una delle costellazioni dello Zodiaco
col nome di Vergine; veniva rappresentata nelle sembianze di una giovane donna
dall'aspetto severo, che teneva con una mano una spada e con l'altra una bilancia.
- nota 61 - letterato: si tratta di Claudio Achillini,
citato anche dal Manzoni ne I Promessi Sposi.
- nota 62 - Antìcira: città sopra una delle penisole
della Focide, nell'insenatura del golfo di crissa, con un porto sicuro e spazioso, nota
soprattutto per l'elleboro che cresce in gran quantità sui monti che la circondano, da
cui gli abitanti ricavavano, aggiungendovi una specie di sesamo, un ottimo decotto
depurativo del sangue; ora si chiama Aspro Spiri; è noto anche che l'elleboro
serviva per far guarire dalla pazzia, come affermava anche orazio nella seconda delle sue
Satire. (Da notare che nell'antichità ben tre città si chiamavano Antìcira,
tutte e tre comunque note per l'elleboro: delle altre una si trovava secondo livio nella
Locride e l'altra nell'omonima isola del mare Egeo nel golfo Maliaco).
- nota 63 - Sunio: promontorio che forma la punta
meridionale dell'Attica, oggi Capo Colonne, con un tempio dedicato ad Atena in
marmo bianco (di cui esistono ancora ruderi);
-Timagene: retore e storico di Mileto, vissuto nell'età Augustea, assai noto per
la sua caustica mordacità
- nota 64 - sono nominate le principali religioni: la cattolica
(Vangelo, Roma), la musulmana (Alcorano=Corano), la protestante (Geneva=Ginevra).
- nota 65 - Betica: provincia della Spagna, dal nome del
fiume Betis nella regione di Granada.
- nota 66 - scotica: lo stesso che flagello,
scudiscio, frusta.
- nota 67 - Angerona: antica divinità di cui non si
conosce bene la natura; per alcuni è la dea del silenzio, rappresentata con l'indice
della mano destra sulle labbra chiuse.
- nota 68 - Saturnali: feste romane in onore di Saturno,
durante le quali si parlava con libertà e regnava grande allegria, tanto che gli schiavi
potevano mangiare alla stessa tavola dei padroni e vestire gli con gli abiti dei cittadini
liberi; duravano dal 17 al 23 dicembre; il 19 insieme con Saturno si festeggiava la dea
Opi.
- nota 69 - Roboam: figlio di Salomone, fu re di
Gerusalemme dal 922 al 915 a.C.; durante il suo regno gerusalemme venne saccheggiata.
- nota 70 - Arsaci: nome abbastanza diffuso di re dei
Parti, come Faraoni era nome comune dei re egiziani.
- nota 71 - Salmace: Salmacide, Ninfa della Caria,
trasformata in una fonte che fu chiamata da allora in poi col suo nome; unica fra le
Naiadi non amava la caccia, non trascorreva il tempo ora bagnando nella sua fonte il suo
bel corpo; un giorno si avvicinò a lei Ermafrodito, il bellissimo figlio di Ermes e di
Afrodite, che, di carattere timido e riservato, amava vivere nelle profondità delle
selve; la Ninfa appena lo vide se ne innamorò perdutamente, si tuffò nell'acqua cercando
di abbracciarlo, ma questi cercò in ogni modo di liberarsi dalla sua stretta; Salmace
allora rivolse agli dei la preghiera di non essere mai più separata da lui, e fu
accontentata: i due furono trasformati in un unico essere che conservava però le
caratteristiche di ambedue i sessi;
- Dafne: Ninfa, figlia del fiume Peneo, fu il primo amore di Apollo: un giorno il
dio si burlò di Eros e della sua valentìa nel tiro con l'arco; indispettito il dio
dell'amore lo colpì allora al cuore con una freccia infondendogli una violenta passione
per Dafne, che nel frattempo da Eros era stata colpita con una freccia che infondeva odio;
l'innamorato Apollo si avvicinò alla Ninfa, ma questa gli sfuggì e si allontanò
correndo; il Nume inseguì Dafne con una veloce corsa, ma, quando stava per raggiungerla,
la fanciulla invocò la madre Terra che, impietosita, si aprì e la inghiottì: sul posto
nacque una pianta, il lauro, che divenne sacro al dio della poesia, col quale si
intrecciavano corone per coronare la testa dei poeti;
- Siringa: Ninfa, figlia del fiume Ladone, che pur facendo parte del seguito di
Artemide, preferiva vivere libera e da sola; fu amata da Pan, che un giorno la vide mentre
scendeva dal monte Liceo e la inseguì; Siringa fuggì verso il fiume Ladone e quando
stava per essere afferrata dal dio, fu mutata dal padre in canna, colla quale Pan inventò
uno strumento musicale, chiamato siringa, unendo pezzi di canna di differente lunghezza
riproducenti suoni diversi;
- Croco e Smilace: croco fu un giovane che amò, ardentemente ricambiato, la bella
Ninfa Smilace; per ricompensarli del loro fedele amore, gli dèi mutarono Croco nella
pianta dello Zafferano e Smilace nel verde tasso. (Ovidio, Metamorfosi, IV,
283).
- nota 72 - Veturia: madre di Coriolano, posta qui come
nome generico di matrona e dama onorata;
- Batillo: giovane amato dal poeta Anacreonte, di cui parla anche Orazio, qui preso
a simbolo di impudicizia.
- nota 73 - Filli: Fillide, figlia di Sitone, re di
Tracia, salita al trono dopo la morte del padre; ospitò benevolmente Demofoonte, figlio
di Teseo, che una tempesta aveva gettato sulle coste della Tracia. I due giovani si
amarono; poi Demofoonte volle riveder la patria e partendo le promise che sarebbe tornato
presto. Non essendo giunto nel momento in cui aveva promesso, Fillide, dopo aver invocato
l'amato, si getta in mare (o, secondo altra versione, si impicca). Secondo la leggenda
sulla sua tomba germogliò un arbusto le cui foglie di tanto in tanto inaridivano cadendo
al suolo per esprimere il dolore per la morte della fanciulla (Ovidio, Eroidi).
- nota 74 - Cinnarie: da Cinira, re di Cipro, che per
inganno della nutrice giacque con la figlia Mirra, che si era innamorata di lui per
vendetta di Afrodite, e generò Adone; scoperta la tresca, Cinira si uccise e Mirra figgì
in preda alla vergogna e al rimorso; vagando di terra in terra giunse in Arabia, implorò
pietà agli dèi per sè e per il figlio che stava per nascere e fu trasformata in un
albero che porta il suo nome.
- nota 75 - Frini: generico per prostitute; Frine era una
celebre e ricca etera di Thespia, che colla sua bellezza seppe accattivarsi anche l'animo
dei giudici; nella letteratura latine è una famosa cortigiana romana citata da Orazio
negli Epodi (XIV,16) oltre che da Tibullo (2,6,45).
- nota 76 - Priapee: composizioni oscene fatte in onore
del dio Priapo, come quelle che vanno falsamente sotto il nome di Virgilio.
- nota 77 - Fescennini: originariamente erano canti di
genere festivo, cantati solo in occasioni di feste religiose, che avevano un carattere
sereno e allegro, non senza una certa arguzia e malizia; più tardi diventarono canti
satirici e pungenti, pieni di equivoci e licenziosi, che la gioventù allegra ed eccitata
dal vino si lanciava a vicenda nelle feste della raccolta, nelle nozze e simili; ora è
rimasta una reminiscenza vaga negli stornelli); I fescennini erano cantati
nell'antica Roma e il nome deriva dalla città etrusca di Fescennia (che si trovava a nord
della romana Falerii).
- nota 78 - Fallofori: erano i ministri del dio Priapo,
che portavano in processione il suo gigantesco membro;
- Itifalli soprannomi di Priapi, quasi membri impetuosi e gagliardi, e da tal nome
ancora son chiamati alcuni versi detti itifallici, soliti cantarsi nelle composizioni in
onore di Priapo.
- nota 79 - Pimplee: nome generico per indicare le Muse,
da Pimpla, nome sia del monte che si trova in Macedonia sia della fonte che
scaturisce alle sue falde, entrambi sacri alle Muse.
- nota 80 - Arlotti: il poeta si riferisce al piovano
Arlotto Mainardi, di cui erano noti i motti e le facezie.
- nota 81 - Scatozzi: cioè ecclesiastici ignoranti.
- nota 82 - paralogismo: falso ragionamento che ha
apparenza di vero e dipende da ignoranza, da distrazione o mancanza di riflessione.
- nota 83 - quel di Sorga: Orazio Flacco.
- nota 84 - Aletto: Furia infernale, che incita gli
uomini alla violenza.
- nota 85 - i Galbi: allude alla grande avarizia di
Sergio Galba e all'incontro alla protezione che Mecenate aveva specialmente dei poeti.
- nota 86 - Efestione: uno dei capitani dell'esercito di
Alessandro, molto amato dal suo generale.
- nota 87 - Clisofi ... Cherilo cattivi poeti (il secondo
è greco).
- nota 88 - polli ... cigni: portare i polli in modo
figurato vuol dire fare il ruffiano;
- cigni: uccelli che cantano dolcemente: sinonimo di poeta.
- nota 89 - eroe di Pella: Alessandro Magno, originario
di Pella in Macedonia: fu chiamato iuvenis pellacus.
- nota 90 - origliere: guanciale; narra la leggenda che
Alessandro dormisse con l'opera di Omera per guanciale, sotto il capo.
- nota 91 - Tebaide: zona di Tebe in Egitto, sinonimo di
solitudine; titolo del poema di Stazio.
© 1996 - by prof. Giuseppe Bonghi
- E-mail: Giuseppe.Bonghi@mail.fausernet.novara.it
Ultimo aggiornamento: 14 febbraio 1998