Niccolò Machiavelli
Notate bene questo scripto
Ai Palleschi1
Io vi voglio advertire
circha questa opinione di coloro che dicono come e' sarebbe bene scoprire e difecti di
Piero Soderini per torli reputatione nel populo, et che voi guardiate bene in viso questi
tali, et consideriate quello che li muove; et vedrete come e' non gli muove el fare bene
ad questo stato, ma sì bene dare reputatione a·lloro proprii: prima, perché a me non
pare che cosa alcuna, di che si truovi in colpa Piero Soderini, possa dare reputatione ad
questo stato apresso al popolo, perché di quelle medesime cose, di che potessi essere
incolpato Piero, sempre questo stato ne sarà o incolpato o sospecto. Pertanto, nel
ritrovare e difecti di Piero, non si faccendo reputatione ad questo stato, si fa
reputatione solamente ad quelli cittadini che li hanno voluto male et che in Firenze
apertamente l'urtavano; perché, dove hora e' si dice che detti cittadini volevono male a
Piero per tòrre al popolo lo stato, quando Piero fussi scoperto tristo, si direbbe: -
Vedi che dicevono el vero! Egli erono pure buoni cittadini, et volevono male a Piero,
perché lo meritava; et se le cose sono poi successe così, egli è contro ad lor voglia.
- Pertanto questo stato, scoprendo Piero Soderini, torrebbe reputatione ad lui, et non la
darebbe ad sé, ma ad quelli cittadini che gli erano nimici et che ne dicevono male, et
farebbegli venire più in gratia del popolo: il che non è punto ad proposito di questo
stato, perché questo stato ha bisogno di trovare modo che sieno odiati, non ben voluti,
dal populo, acciò ch'egli habbino con tanta più necessità ad stare uniti con lo stato,
et ad quel bene et ad quel male che starà lui.
Et se voi ricercherete bene chi sono
questi che fanno questa calca, voi conoscerete essere vero quello che io vi dico, perché
pare loro havere adquistato uno odio grande con lo universale, sendo stati nimici di
Piero, se non si truova che sia un tristo et che lo meriti. Et vorrebbono purgare questo
odio per fare el facto loro, non quello de' Medici, perché la causa della mala contenteza
tra l'universale et e Medici non ne è cagione né Piero né la sua ruina, ma sì bene
l'ordine mutato. Però di nuovo dico che trovare e difecti di Piero non dà reputatione ad
lo stato de' Medici, ma ad particulari cittadini; et questo stato ne perderebbe questo,
che torrebbe reputatione ad uno che è di fuora, che no·gli può fare male, et darebbela
ad chi è in casa, che ogni dì lo può offendere et farli uno rimbocco addosso di tucto
questo universale.
Di nuovo dico, per ristrignere questa
conclusione meglio, che questo stato non ha per nimico Piero Soderini, ma sì bene
l'ordine vechio; et però bisognerebbe, ad giovare ad questo stato, dire male di quello
ordine, non di Piero; ma alcuni cittadini, et in spetie questi che puttaneggiono infra el
popolo et e Medici, hanno bene per nimico Piero, et vorrebbollo scoprire tristo, per
levarsi quello carico che gli hanno con el popolo di haverlo inimicato: i1 che, se fa per
loro, non fa pe' Medici, né per chi vuole stare con loro al bene et al male.
Anchora voglio chiarire questa cosa in
uno altro modo. Alcuni cittadini che ci sono, si tirono sotto a' Medici, perché gli hanno
paura di dua cose: l'una, di non essere offesi da' Medici, discostandosi da loro; l'altra,
che se l'ordine vechio risurgessi con Piero Soderini, di non essere cacciati da Firenze da
lui. Scoprire addunque Piero Soderini un tristo et farlo venire in odio ad lo universale
non fa altro sed non che quelli cittadini manchino della paura di Piero, et sperino
succedere nel loco suo, qualunque volta l'ordine vechio risurga, et habbino per questo
manco bisogno di adherirsi a' Medici, et possino più sperare, declinando e Medici. Il che
quanto sia contrario al bene de' Medici, ognuno lo può vedere, perché e Medici non
possono stare ad Firenze, resurgendo l'ordine vechio o con Piero o sanza Piero che
risurga; ma alcuni cittadini, quando e' risurga con Piero Soderini, non ci possono stare,
ma quando e' risurga sanza Piero, sì possono. Et però e' vorrebbono tòrre la
riputatione ad Piero, per recare securtà ad loro proprii, non a' Medici: il che non fa
punto pe' Medici, anzi è in tucto et per tucto cosa dannosissima et periculosissima per
la casa et stato loro, perché cava per questo mezo un freno di bocca ad molti, che più
securamente et con meno rispecti la possino mordere.
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1 Scritta nel novembre 1512 ai Palleschi, definiti così i partigiani filomedicei