Niccolò Machiavelli
Legazioni e Commissioni
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oggetto |
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1498 |
spedizione al signore di Piombino, per invitarlo a partecipare con l'esercito fiorentino all'assalto di Pisa in occasion dell'assalto che la repubblica stava subendo ad opera dei Veneziani nel Casentino dove aveva inviato truppe al comando di Paolo Vitelli |
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1499 |
Legazione alla contessa Caterina Sforza a Forlì, figlia naturale del conte Francesco Sforza, poi Duca di Milano, moglie in prime nozze del conte Girolamo Riario, signore di Forlì e di Imola, dal quale ebbe il figlio Ottaviano; in seconde nozze sposò Jacopo Feo di Savona, in terze nozze Giovanni di Pier Francesco de' Medici (morto il 14 settembre 1498) da cui ebbe un figlio, Giovanni, detto anche Lodovico, conosciuto col nome di Giovanni dalle Bande Nere, che fu padre del Granduca Cosimo I. Il 12 giugno fu fatta prigioniera dal duca Valentino quando conquistò Forlì. |
3 |
17 giugno 1499 |
Commissione in campo contro i Pisani - insieme a varie lettere Machiavelli scrive un quaderno sulla cui prima pagina si legge: "Minutarium literarum Magnificorum Dominorum circa rem bellicam, inceptum die 1 septembris 1499" |
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dal 18 luglio 1500 |
Legazione di Niccolò Machiavelli e Francesco della Casa alla Corte di Francia, a seguito dei fatti di Pisa, per il disonorevole abbandono delle truppe guasconi; per sorti malintesi, il re francese si infuriò contro Firenze, che dopo aver richiamato i due, inviò un nuovo ambasciatore, Pier Francesco Tosinghi. |
5 |
dal 26 ottobre 1501 |
Commissioni a Pistoia in vari viaggi, a seguito di disordini accaduti fra due potenti famiglie locali, Panciatichi e Cancellieri già dal 25 febbraio dell'anno precedenti, per controllare come andavano le cose |
6 |
dal 5 maggio 1502 |
Commissioni ad Arezzo in vari viaggi: Vitellozzo Vitelli, al soldo di Alessandro VI e del Duca Valentino, portò alla ribellione di Arezzo e della Valdichiana (terre di Firenze) nel giugno 1502 con qualche incidente fin dal mese precedente, mentre la repubblica fiorentina era impegnata ancora nella guerra contro Pisa. Firenze si lamentò sia con Alessandro VI che con il re di Francia, che, allarmato da quanto facevano il Papa e suo figlio, manda un esercito ad Arezzo e minaccia Vitellozzo. Arezzo viene restituita a Firenze il 26 agosto 1502 |
7 |
dal 6 ottobre 1502 |
con deliberazione del 5 ottobre 1502 per incontrare il duca Valentino con finalità sia politiche: fare ogni officio di buoni amici; e che per tale cagione ti abbiamo mandato in posta a sua Eccellenzia, parendoci che la importanzia della cosa ricerchi così; e per significarli di nuovo, come in questi movimenti de' vicini nostri, noi siamo per avere ogni rispetto a le cose sua, e averle nel medesimo grado che le abbiamo sempre aùte, respetto al reputare tutti li amici di Francia, nostri amici, e dove si tratti dello interesse loro, trattarsi ancora del nostro che economiche: E dopo questo primo parlare o in questa prima audienzia o da poi, ringrazierai con ogni efficacia la sua Eccellenzia del beneficio conferito a' nostri mercanti, el quale noi reputiamo conferito in noi e come cosa pubblica, della liberazione di quelli panni ritenuti a' mesi passati ad Urbino; de' quali ci è oggi nuova in questi mercanti, che sono stati consegnati a' mandati loro con amorevole dimostrazione, mostrando avere ancora di tal cosa commissione particulare; descendendo da poi, quando tu ne arai buona occasione, ad ricercare in nome nostro dalla sua Eccellenza sicurtà e salvacondutto, per li paesi e stati suoi, per le robe dei nostri mercanti che andassino e venissino di Levante... |
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26 aprile 1503 |
Legazione a Siena. Con deliberazione del 26 aprile 1503, il consiglio dei Dieci di libertà e di Balia; pratiche per una lega che non ebbero effetti e seguito |
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1503 |
Legazione alla Corte di Roma - con deliberazione del 23 ottobre 1503 viene inviato a Roma per assistere alla elezione del Papa, successore di Pio III, diretto principalmente al Cardinale Francesco Soderini, al quale presentò le sue credenziali. Alessandro VI muore il 18 agosto 1503; gli succede Pio III eletto il 22 settembre che muore dopo 26 giorni il 18 ottobre. Il 1° novembre viene eletto Giulio II (Giuliano della Rovere) con l'appoggio del Duca Valentino. |
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1504 |
Seconda legazione alla Corte del Re di Francia con deliberazione del 14 gennaio 1504, dove era "oratore" Paolo Valori, per il timore che i Fiorentini nutrivano a proposito di Consalvo, che, dopo aver sconfitto i Francesi sul Garigliano ed espugnata Gaeta assicurando il regno di Napoli al re di Spagna, non intervenisse a mutare la situazione di Firenze rimettendo sul trono di Milano gli Sforza eliminando la potenza francese in Italia. L'esito della legazione fu l'assicurazione che Firenze ricevette dalla Francia che per lei nulla sarebbe cambiato |
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2 aprile 1504 |
Commissione a Piombino, deliberata il 2 aprile 1504 |
12 |
1505 |
Commissione a Perugia presso Gianpaolo Baglioni, deliberata il 18 aprile 1505, per invitarlo a mandare gente d'arme in aiuto di Firenze contro Pisa; il Baglioni si rifiutò adducendo come causa il non poter lasciare la sua terra perché i nemici lo avrebbero attaccato in sua assenza. |
13 |
4 maggio 1505 |
Legazione al Marchese di Mantova, deliberata il 4 maggio 1505 per ratificare l'accordo col marchese che si recasse a Pisa con trecento uomini d'arme col titolo di Capitano Generale; ma la ratifica non si potè ottenere per varie difficoltà legate alla richiesta del Marchese che tutto avvenisse sotto l'arbitrio (comando generale) del Re francese. |
14 |
1505 |
Seconda legazione a Siena: Niccolò Machiavelli viene mandato presso Pandolfo Petrucci, con deliberazione del 16 luglio 1505, per contrastare il tentativo di Bartolommeo d'Alviano di assaltare il territorio fiorentino per porgere aiuto ai Pisani. Nessun accordo potè essere sottoscritto col Petrucci per la sua doppiezza (amico sia di Firenze che dell'Alviano). Bartolommeo fu sconfitto il 17 agosto 1505 alla Torre di San Vincenzo in Maremma dai Fiorentini guidati da Antonio Giacomini. |
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1506 |
Seconda legazione alla Corte di Roma: Giulio II aveva deciso di cacciare i Baglioni da Perugia e i Bentivogli da Bologna per unire le due città al dominio pontificio, chiedendo aiuto al re di Francia (che possedeva Milano), ai Veneziani, ad alcuni minori potentati e a Firenze perché gli mandasse Marc'Antonio Colonna, il capo dell'armata fiorentina contro Pisa. I fiorentini non si oppongono, ma cercano di dilazionare l'impresa per non restare senza comandante in quel difficile momento. Il 25 ottobre Machiavelli verrà sostituito dall'ambasciatore Francesco Pepi |
16 |
18 maggio 1507 |
Commissione presso il Signore di Piombino Jacopo d'Aragona de Appiano |
17 |
1507 |
Terza legazione a Siena, forse con deliberazione del 16 luglio e partenza del 4 agosto, la prima lettera di Machiavelli è del 10. L'ultima lettera conservata è del 14 agosto. La commissione aveva il fine di sapere se l'Imperatore, che aveva in animo di venire a farsi incoronare a Roma dal Papa, sarebbe o no passato per il territorio fiorentino. |
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da dicembre 1507 |
Legazione presso l'Imperatore, che aveva in animo di venire a farsi incoronare a Roma dal Papa, al quale era stato mandato Francesco Vettori come ambasciatore per discutere la richiesta di denaro arrivata a Firenza da parte dell'Imperatore stesso, con l'istruzione di decidere se accogliere o no la richiesta secondo le convenienze di Firenze, in modo che l'intera vicenda non recasse danni alla città. Machiavelli venne inviato perché le lettere del Vettori non sempre erano chiare, ma contenevano tentennamenti e incertezze di comportamento, in modo che ragguagliasse il Consifglio dei Dieci di Balia più dettagliatamente. L'Imperatore comunque non passò per l'opposizione dei Veneziani. |
19 |
1509 |
Commissione deliberata il 10 marzo 1509 a Piombino, mentre si trovava al campo dove si trovavano le forze fiorentine che assediavano Pisa, per "intendere se i Pisani che sono quivi (cioè che si trovavano persso il signore di Piombino con regolare salvacondotto della repubblica fiorentina, ndr.) hanno mandato facultà che basti a poter concludere". I fiorentini entreranno in Pisa l'8 giugno 1509 |
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1509 |
Legazione a Mantova, con commissione deliberata il 10 novembre 1509, dove si doveva recare con due o tre cavallari colla somma del pagamento che si ha a fare in quel luogo all'Imperatore o a suo legittimo mandato, per il secondo termine o seconda paga di quanto se gli è promesso, per i capitoli fatti ultimamente, accordi presi in Verona con l'Imperatore che in cambio di soldi assicurava alla Repubblica tutti i suoi possessi e si impegnava a non recare offesa o assalti militari al territorio attuale e alla libertà e indipendenza dello stato. I Fiorentini si erano impegnati a pagare 40.000 ducati in quattro rate da pagarsi nei mesi di ottobre, novembre (il 25 scadeva la rata, oggetto di questa legazione), gennaio e febbraio, 36000 all'Imperatore e 4000 a Lante Bonifazio da Sarego, gentiluomo veronese. |
21 |
1510 (data dell'ultima lettera da Tours) |
Terza legazione alla Corte di Francia con istruzioni del 2 giugno 1510 da parte del Gonfaloniere Pier Soderini, relativa ai primi movimenti del Pontefice Giulio II contro i Francesi. Giulio II era stato autore della famosa Lega di Cambrai contro i veneziani sconfitti a Vailà-Agnadello; ma avendo i francesi acquisito troppo potere, il Papa si riconcilia con i veneziani e cominciò a maneggiare contro la Francia. La Repubblica di Firenze temeva di restare compromessa nella guerra che si stava per aprire tra Papa e Francia. La Legazione del Machiavelli doveva servire per disimpegnare la repubblica dalla somministrazione di aiuti alla Francia tranquillizzandola sulla sua fedeltà e sul fatto che non c'erano stati cenni d'intesa col Papa. Machiavelli resto in Francia finchè non arrivò l'ambasciatore Roberto Acciaiuoli. |
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2 dicembre 1510 |
Commissione a Siena |
23 |
1511 |
Spedizione presso Luciano Grimaldi Signore di Monaco per stringere accordi di reciproco permesso di attracco di navi senza salvacondotto |
24 |
1511 |
Legazione quarta alla Corte di Francia ancora sulla questione del Concilio di Pisa - Viene dato mandato a Machiavelli di recarsi prima a Bologna per conferire con quei Cardinali che avrebbero dovuto recarsi al Concilio di Pisa, e non vi erano ancora giunti, e poi a Milano, presso il vicerè francese, dove si trova Francesco Pandolfini, e quindi con la medesima diligenza e celerità presso il Re di Francia, per cercare la via di spostare il concilio di Pisa in altra sede o almeno di procrastinarlo di due o tre mesi. Discordia tra Giulio II e Ludovico XII di Francia, per opera del quale si cominciò un concilio a Pisa |
25 |
1512 |
Commissione a Pisa al tempo del Concilio: la Repubblica di Firenze, oltre a diversi comissari, inviò a Pisa per il Concilio anche il Machiavelli per condurvi un corpo di soldati di guardia per vegliare sugli interessi fiorentini e per aiutare alla partenza quei prelati che non erano stati accolti con un certo favore e che vi restavano malvolentieri |
26 |
1521 |
Legazione al Capitolo dei Frati minori a Carpi; dopo 9 anni ricompare Machiavelli sulla scena politica, con una legazione "minore", ad opera del Cardinale Giulio dei Medici, poi eletto Papa col nome di Clemente VII, con commissione del Magistrato degli "otto di Pratica". Il fine era di ottenere che i frati facessero del dominio fiorentino una provincia a parte, secondo il desiderio di Frate Ilarione, confidente del suddetto Cardinale. Machiavelli stette pochi giorni a Carpi, ricevendo la commissione da parte dei consoli dell'arte della Lana di procacciare un buon predicatore per la Chiesa Metropolitana di Firenze per la vicina quaresima. Di questa legazione Machiavelli scrive gustose lettere a Francesco Guicciardini, governatore di Modena per conto del Papa |
27 |
1525 |
Legazione a Venezia con deliberazione del 19 agosto 1519: ... esperimentato molte vole in cose assai più ardue che queste ... quando ti sarà data udienza e facoltà di parlare, esporrai per parte nostra alle loro signorie l'estorsione e l'assassinamento fatto fuori di ogni espettazione, e di quello si richiede la vera amicizia intra quella e questa repubblica, nel porto loro, e da un uomo veneziano a trenostri giovani che venivano di Raugia con danari condotti di Levante, come è consueto, e domanderai la restituzione del tolto, usando quelle accomodate parole e con quella efficacia che saprai... |
28 |
1526 |
Spedizione al campo della Lega che cingeva d'assedio Cremona - Papa, Fiorentini, Veneziani (che avevano come capitano generale Francesco Maria della Rovere) e Francesi erano alleati contro Carlo V d'Asburgo e di Spagna, in una guerra che ebbe un esito infelice che generarono il sacco di Roma e la prigionia del Papa insieme al mutamento del governo di Firenze da repubblicano in granducale. Presso la Lega era stato inviato Francesco Guicciardini come commissario del Papa e Machiavelli come Legato di Firenze |
29 |
1526 |
Prima spedizione a Francesco Guicciardini, logotenente del Papa, di Machiavelli mandato dai Signori Otto di Pratica per sollecitarlo a trattare con chiunque voglia allearsi con Firenze allo scopo di resistere alle malefatte commesse dai Lanzichenecchi, in un momento difficilissimo non solo per la Repubblica fiorentina, ma per tutti gli stati italiani, compresi quelli che erano sotto la Spagna |
30 |
3 febbraio 1527 |
Seconda spedizione a Francesco Guicciardini, deliberata dai Signori Otto di Pratica con istruzioni datate 3 febbraio 1527 sempre per la questione dei Lanzichenecchi che stavano dirigendosi verso Roma per esplorare le possibilità che l'esercito della lega potesse frenarli in qualche modo, essendo interesse di tutti |
© 2001 - by prof. Giuseppe Bonghi
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Ultimo aggiornamento: 07 marzo, 2001