Ugo Foscolo
Hypercalipseos - Ipercalisse
introduzione
L'opera è stata composta da Foscolo fra il 1810 e il 1815 e pubblicata a Zurigo, anche se portava la falsa indicazione di Pisa, nel 1815-1816 presso la stamperia di Orell e Füssli in una duplice edizione, una venale (a pagamento) di novantadue copie e una di sole 12 copie, che contengono una dedica a Guglielmo Stewart Rose, e in testa all'epistola introduttiva i nomi del Foscolo e del Rose invece di quelli finti di Lorenzo Alderano Rainero e Cavaliere Giulio Ricardo Worth. Il frontespizio dell'edizione originale reca:
DIDYMI CLERICI
PROPHETAE MINIMI
HYPERCALIPSEOS
LIBER SINGULARIS
MANTIS APISTOS OSTIS EIKAZEI KALWS
PISIS
IN AEDIBUS SAPIENTIAE
MDCCCXV
A questa prima edizione seguirono varie edizioni molto scorrette e contraffatte. Una pubblicazione corretta e fedele appare nel 1933 presso l'editore Le Monnier di Firenze nel volume VIII dell'edizione nazionale delle opere foscoliane; Prose politiche e letterarie dal 1811 al 1816 (Edizione critica a cura di L. Fassò).
L'operetta viene
pubblicata in Svizzera, subito dopo la sua fuga da Milano, e definitivamente dall'Italia,
della notte del 30 marzo del 1815, mentre si avventurava in esilio «come Profugo alla
Fortuna e al Tempo» durante il soggiorno in Svizzera che durerà fino al settembra 1816
quando partirà alla volta dell'Inghilterra. Sotto il nome di Didimo Chierico come
personaggio dell'operetta e lo pseudonimo di Lorenzo Alderano Rainero, (ritorna un
personaggio caro al Foscolo, col quale era cominciata la sua stagione poetica con le Ultime
lettere di Jacopo Ortis).
È la risposta alle polemiche scoppiate
contro di lui in quegli ultimi mesi in Milano, fra gli intellettuali che si mostravano
sempre più ostili ed animosi contro il poeta di Zante e che frequentavano principalmente
il salotto di Annetta Vadori Rasori, moglie del grecista Mattia Butturini prima e
successivamente del famoso medico Giovanni Rasori, che teneva in Milano un salotto
letterario abbatsanza conosciuto
Testo utilizzato:
Opere di Ugo Foscolo,
a cura di Mario Puppo, nella collana I classici italiani, a cura di Giovanni
Getto, editore Mursia, Milano 1966 III edizione - Riproduzione del testo a cura di G.A.
Martinetti, che ha curato anche la traduzione, Saluzzo, 1884
Edizione elettronica e HTML a cura di Giuseppe Bonghi - Ottobre 1998
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Ultimo aggiornamento: 19 novembre 1998