Giuseppe Bonghi

Introduzione
a
La vita di Castruccio Castracani da Lucca
di  Niccolò Machiavelli

indice Dell'arte della guerra          


         La vita di Castruccio Castracani da Lucca, la favola esemplare d'un principe virtuoso e razionale, viene scritta all'inizio del 1520, dedicata a Zanobi Buondelmonti e a Luigi Alamanni, frequentatori come lui degli Orti Oricellari. Così l'amico Zanobi, scrive il 6 settembre 1520: al Machiavelli che si trovava a Lucca

       Noi ricevemo la vostra de' XXVIIII del passato insieme con la Vita di Castruccio Castracani composta da voi; la quale, et per essere cosa buona, et per conoscere anche che voi vi ricordate in ogni luogo degli amici vostri, ci è stata tanto chara del mondo. Leggemola et consideramola così un poco insieme, Luigi, il Guidetto, il Diaccetino, Antonfrancesco et io; et generalmente ci risolvemo fussi cosa buona et ben detta. Notòsi bene certi luoghi i quali, se bene stanno bene, si potrebbono non di meno migliorare; come è quella parte ultima de' ditterii e de' tratti ingegnosi et acuti detti del detto Castrucci la quale non tornerebbe se non meglio più breve, perché, oltre all'essere troppi quegli suoi detti o sali, ve ne è una parte che è da altri et antichi et moderni savi attribuita; una altra  non ha quella vivacità né quella  grandezza che si richiederebbe a un tanto huomo. Ma ve ne resta tanti buoni che si possono di lui adurre che la sua vita ne resta richa assai.

         L'opera fu letta da molti amici, e tutti, dopo aver lodato l'autore, rilevaro i difetti esposti da Zanobi nella sua lettera; quanto alla parte che è da altri et antichi et moderni savi attribuita, la fonte principale è senz'altro tra i "moderni" un'operetta di Niccolò Tegrini Castrucci Antelminelli vita e  tra gli antichi numerosi passaggi sono ispirati a Diodoro Siculo e a Diogene Laerzio.
         La Vita di Castruccio è l'opera più importante che oscilla tra la prosa letteraria e la prosa storica, ed è stata pensata e scritta durante un'ambasceria a Lucca dove era stato inviato per tutelare gli interessi dei mercanti fiorentini creditori, coinvolti nel grave fallimento d'un certo Michele Guinigi. Tra le varie discussioni a carattere commerciale ed economico ci furono certamente discussioni e curiosità sugli uomini che in qualche modo avevano fatto grande la città di Lucca, e la sua attenzione si fissò su Castruccio Castracani, un gagliardo condottiero medievale, vivo ancora nelle memorie dell'immaginario collettivo lucchese e nelle leggende cittadine e popolari del tempo. Ma soprattutto bisogna notare che l'opera fu una specie di prova prima di affrontare la scrittura delle Istorie fiorentine.
         Machiavelli scrive più da artista che da storico; non si preoccupa di appurare i fatti o di consolidarli nella loro concretezza storica, ma di creare da artista un personaggio ideale, risoluto e ardito, energico e ottimo conoscitore dell'uso delle armi, da contrapporre alla mediocrità degli uomini del suo tempo; e Castruccio è un uomo tanto più rispettabile quanto più si pensa che che la sua gloria era nata soprattutto dall'aver battuto i fiorentini.
         Il Castruccio machiavelliano è una specie di duca Valentino meno spietato e meno feroce, anche perché più limitati erano i suoi orizzonti di potere e di politica e quasi del tutti assenti i suoi appoggi nelle alte sfere della politica del tempo (ricordiamo ad esempio l'importanza di Alessandro VI nella vita del duca Valentino); è un dominatore grato agli amici, agli inimici terribile, giusto con i sudditi, infedele con gli infedeli; un eroe non vanitoso che mai potette vincere per fraude ch'ei cercasse di vincere per forza; perché diceva che la vittoria, non il modo della vittoria, ti arrecava gloria; un uomo mirabile nel rispondere e mordere o acutamente o urbanamente; e come non perdonava in questo modo di parlare ad alcuno, così non si adirava quando non era perdonato a lui.
         La biografia ha le caratteristiche generali e l'organizzazione della biografia classica, che tiene conto essenzialmente di questi elementi:

1 -  la vita,
2 -  le caratteristiche dell'uomo e gli elementi che lo hanno rivelato al mondo,
3 -  l'uomo nei suoi rapporti con gli altri e con le donne.

      La biografia è vista come un racconto letterario, una pagina narrativa più che una ricostruzione storica: i particolari più curiosi (come il ritrovamento di Castruccio bambino «sotto una vite intra e' pampini o il caso che lo fa conoscere a Francesco Guinigi durante i suoi maneschi esercizi in piazza San Michele, corrispondenti all'elemento contrassegnato col n. 2) sono usati proprio nella loro natura letteraria e si possono riscontrare in tantissime opere della letteratura mondiale a partire da Omero. "L'apice di questa elaborazione retorica viene raggiunto nella parte finale, con un compendio, secondo l'uso svetoniano, delle qualità fisiche e morali del personaggio, seguito da una lunga sequenza di motti attribuitigli dalla tradizione, una vera antologia di detti memorabili", alcuni consoni al carattere di Castruccio, altri inventati o attinti al patrimonio della tradizione popolare.


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