Italo Svevo, Senilità, Rizzoli, 2002

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copertinaPubblicato per la prima volta, senza successo, nel 1898 e ristampato, dopo una revisione, nel 1927, accreditato da taluni critici come il capolavoro di Svevo, Senilità racconta la storia di Emilio Brentani, un impiegato trentacinquenne con velleità letterarie - ha pubblicato un romanzo che gli ha procurato una circoscritta notorietà cittadina -, che cerca di sfuggire alla monotonia e al grigiore della propria esistenza piccolo borghese, concedendosi un'avventura amorosa con Angiolina, una bella ragazzona di estrazione proletaria.

Inizialmente convinto che la propria storia con Angiolina sia poco più di un trastullo privo di complicazioni (Mi piaci molto, ma nella mia vita non potrai essere giammai più importante di un giocattolo. Ho altri doveri io, la mia carriera, la mia famiglia), ben presto Emilio dovrà ricredersi. La bella figlia del popolo non solo scatena in lui una vera e propria passione amorosa, ma questa aumenta di intensità a dispetto e forse proprio in virtù dei ripetuti tradimenti della ragazza.

Provando amore e dolore, disperata gelosia e tormentoso risentimento, Emilio sente il bisogno di confidarsi e di consigliarsi con l'amico, lo scultore Stefano Balli, gran rubacuori, di cui la stessa Angiolina finirà con l'innamorarsi. Il sodalizio fra Stefano ed Emilio, rinforzato dal comune interesse per l'arte, pur asimmetrico a causa dell'esuberanza e della supremazia dello scultore, è un bell'esempio di amicizia virile.

Emilio conduce la propria monotona esistenza domestica con la sorella, Amalia, dolce e poco avvenente zitella, che finirà coll'essere travolta essa stessa dall'eros, a causa di una passione intensa quanto soffocata, per convenienza e moralismo borghesi, proprio per l'amico del fratello, il Balli.

Il romanzo è la cronaca interiore della vicenda amorosa di Emilio e termina allorquando, morta la sorella, ormai vittima dell'etilismo, dopo una delirante agonia, ben descritta da Svevo, cui non è estraneo l'amore sofferto e non ricambiato per il Balli, Emilio trova il coraggio di lasciare Angiolina, fuggita nel frattempo col cassiere infedele di una Banca, tornando finalmente alla tranquillità, alla sicurezza e alla cura di se stesso. Almeno in apparenza.

Romanzo interamente votato alla minuziosa analisi psicologica, condotta attraverso il sapiente uso del discorso indiretto libero, Senilità ruota intorno a quattro personaggi principali.

Emilio Brentani, il protagonista, prototipo del personaggio della narrativa di Svevo, un inetto, del tipo molto rappresentato nella letteratura della "crisi" del primo Novecento, nevrotico ed insicuro, trattato dall'autore con ironia, ma anche con affettuosa partecipazione emotiva. La sua esistenza è prudente, "in difesa", condotta in una condizione di rarefazione vitale, di senilità appunto, come ammetterà lo stesso protagonista.
La sua conoscenza del mondo e della vita sono filtrate attraverso i libri, la lettura, più che attraverso l'esperienza diretta. E' un intellettuale che vive le difficoltà e il disordine di una borghesia senza più un centro e valori stabili, mortificata e priva di certezze. Un uomo che si è creato degli alibi e una falsa rappresentazione di se stesso per evitare un'altrimenti penosa consapevolezza.

Angiolina Zarri, giovane, di sani appetiti, amorale. Ma anche ignorante, triviale, insensibile, bugiarda. Idealizzata da Emilio, per il quale rappresenta la donna, la salute, la potenza dell'eros. In realtà, dietro la forte carica vitale, il lettore avverte una personalità rozza, poco individuata, monocorde. Dietro l'"attivismo sessuale" si nasconde uno sgradevole fondo di povertà emotiva.

Stefano Balli, uno scultore artisticamente "fallito", ma narciso, con un'alta considerazione di se stesso e che gode di grande successo presso le donne oltre che della riverente considerazione di Emilio. In apparenza un vincitore, un sano, in realtà anch'egli una personalità monca, che non sa amare, che pecca a volte di insensibilità e di scarsa immaginazione.
Un Don Giovanni incapace di un rapporto paritario con la donna, bensì elementare ed affettivamente povero.

Amalia Brentani, sorella di Emilio, figura dolce, delicata ed appartata rappresenta il modello femminile tradizionale. La sua vita è dedita alla famiglia, alla cura del "nido" e al benessere del maschio. Il suo comportamento è all'insegna del decoro e della rispettabilità borghesi, fino al punto da reprimere gli istinti, in primo luogo la pulsione amorosa.
Si riscontrano tuttavia, in questo personaggio riservato, una sensibilità, una dolcezza, un pudore, che ne fanno una presenza tutt'altro che mediocre. E' capace di provare forti sentimenti, come quello, negato, per il Balli.

Il romanzo di Svevo, che è ambientato a Trieste, autobiografico, anticipatore di Freud, sembra influenzato da alcune filosofie ottocentesche, in primo luogo Schopenhauer e Nietzsche, oltre che dal naturalismo francese.
L'eros vi appare come elemento disgregatore dell'esistenza borghese.

La misoginia che colora il personaggio di Angiolina ha dei punti di contatto con le teorie espresse sulla donna proprio in quegli anni dal tedesco Otto Weininger: il suo Sesso e carattere è del 1903.

Sullo stile, si è detto da più parti che Svevo scrive male, lontano dagli standard raffinati della prosa d'arte. Si tratta in realtà di uno stile espressivo molto prossimo al parlato, ricco di vocaboli settoriali, che testimonia, caso più unico che raro in Italia, di una soggettività maturata nell'ambiente di una ricca borghesia mercantile e cosmopolita, come quella triestina del tempo.

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