Thomas Szasz, Schizofrenia simbolo sacro della psichiatria, Armando, 1984

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Gli psicologi hanno torto come al solito. In America chi esercita una professione non si preoccupa in genere di essere nel giusto, ma solo di proteggere il tipo di conoscenze entro cui si sente a proprio agio, come ad esempio, gli psichiatri, che non si rendono ancora conto che Freud era un grande novelliere.
[...] Gli psichiatri non amano le persone, preferiscono i pazienti.
[...] Gli psichiatri supera(va)no i ginecologi per il numero di suicidi.
J. Horwitz

Chi scrive non mette in dubbio che la psichiatria possa costituire un aiuto e una mano tesa a chi soffre.
Szasz ha esercitato per anni, privatamente, il mestiere di psichiatra, cercando di aiutare i suoi clienti a superare i loro problemi personali. Ciò non gli ha impedito di esercitare una forte critica alla propria professione, di evidenziarne debolezze e contraddizioni.
Anche in questo libro la critica dello psichiatra statunitense è radicale e corrosiva, partendo da quello che egli considera il nucleo centrale, il concetto base della psichiatria contemporanea: la schizofrenia e la sua diagnosi.

Con serrate, conseguenti, lucide argomentazioni Szasz dimostra come non esista un'entità oggettiva denominata schizofrenia, ma come la diagnosi sia spesso soggettiva e dipendente da variabili culturali e geografiche, un giudizio morale più che un'entità clinica.
Ricorda inoltre come gli psichiatri sovietici, che spesso etichettavano come folli i dissidenti, facessero parte a pieno diritto, godendo della unanime stima, degli organismi psichiatrici internazionali.

Secondo me, questo Schizophrenia: the sacred symbol of psychiatry è un bellissimo libro, uno dei più interessanti e stimolanti che mi sia capitato di leggere.
Particolarmente suggestivi sono i passaggi in cui Szasz cerca sostegno alle proprie tesi nelle grandi pagine della letteratura moderna: Tolstoj, Cechov, Kraus, Kesey, Horwitz. La dimostrazione, eticamente ed esteticamente convincente che le sue riflessioni poggiano su basi più solide del limitato orticello specialistico.

Al di là di alcune esagerazioni condivisibili con difficoltà, questo è un libro importante, soprattutto perché ci aiuta, senza trincerarsi dietro sofismi e gerghi incomprensibili, a capire come funziona la psichiatria, quali sono i problemi epistemologici in cui si dibatte, quali i limiti e quali le possibilità.

Un saggio utile per coltivare dentro di noi quel sano scetticismo e quello spirito critico, così necessari al progresso scientifico.

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Pagina aggiornata il 25.08.01
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